Ci sono giorni in cui arrivi a casa e vorresti trascinarti verso il divano e lì rimanere da sola. Senza allarmi che suonano e senza ipoglicemie da riparare.

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Tornare dal lavoro e sapere che tua figlia è al sicuro dai nonni. O che ha passato una giornata a scuola. A giocare.

E invece, ti aggrovelli le budella tutto il giorno mentre tua figlia è a scuola, come gli altri, ma anche in compagnia del diabete tipo 1.

Così le ore al lavoro pesano il doppio, il rientro a casa vola tra i pensieri di "devo fare più veloce possibile" e il desiderio di dire "come farei volentieri un bagno!". Da sola, al caldo, e urlando canzoni italiane anni 70.

E i pensieri di casa, i pensieri del lavoro, le glicemie di mamma, le glicemie di figlia, marito e quel che resta di un matrimonio, mentre gli affanni della vita ti assillano, ti stressano e ti fanno provare fastidio anche verso la scelta di un paio di mutande sbagliate.

Ma poi, ad un tratto, la magia.

Quella di preparare la cena per chi arriva più tardi, e farlo anche volentieri. Cenare parlando di dosi di insulina, ma anche di problemi condivisi. Sentire le opinioni della tua sgangherata famiglia.

Desiderare il pigiama, la tv e il divano tutti insieme. Come nei Simpson.

Raccogliere le briciole di una vita felice e accudirle preziosamente come fossero d’oro. Nonostante i pesi aggiuntivi dell’esistenza col diabete e, nonostante tutto.

Scegliendo ogni giorno di essere felice.

Scrivetemi e raccontatemi la vostra storia se vi va.
Ogni mercoledì vi racconterò la mia!

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