logo-modus-animated

Complicanze e diabete

Quali sono i fattori di rischio per i quali sarebbe opportuno eseguire dei test di screening per il diabete di tipo 2?

I fattori di rischio per diabete per i quali ĆØ indicato eseguire test di screening sono i seguenti:

Quali sono le complicanze del diabete mellito?

Le complicanze del diabete dividono in acute e croniche, queste ultime si dividono a loro volta in complicanze micro macro angiopatiche.

Riguardo le complicanze croniche, dati recenti hanno dimostrato che le prime possono essere degli indicatori di rischio aggiuntivo per lo sviluppo delle seconde. Delle complicanze microangiopatiche fanno parte: la neuro, retino e nefropatia diabetiche, mentre delle complicanze macroangiopatiche fanno parte: lā€™ infarto, lā€™ ictus, e lā€™arteriopatia periferica.

Complicanze acute

delle complicanze acute fanno parte la chetoacidosi, nel diabete tipo 1, e la sindrome iperosmolare non chetosica, nel diabete tipo 2 e lā€™ipoglicemia . Questā€™ultima, in particolare ĆØ tanto piĆ¹ frequente quanto piĆ¹ il paziente ĆØ trattato in maniera intensiva.

a) la chetoacidosi diabetica:

Definizione: La chetoacidosi diabetica ĆØ unā€™emergenza clinica che richiede una rapida diagnosi ed un trattamento immediato ed eventuale invio al pronto soccorso.

Trattamento: Lā€™obiettivo della terapia ĆØ mirato a:

  • Ripristino graduale di una normalitĆ  clinica e biochimica
  • Reidratazione
  • Correzione del deficit insulinico
  • Prevenzione delle complicanze
  • Edema cerebrale
  • Ipopotassiemia
  • Ipoglicemia
  • Iponatremia/ipoosmolaritĆ 
  • Variazioni brusche delle concentrazioni di glucosio, sodio, osmolaritĆ  plasmatica
  • Gli attuali metodi di misurazione del BOHB (Beta Idrossi Butirrato) capillare sono ritenuti accurati e precisi per valori fino a 3,0-4,0 mmol/l per cui in presenza di chetosi significativa (>1,5mmol/L) il loro uso risulta utile nel monitoraggio della DKA.

Interpretazione ed azioni in base ai livelli di BOHB da sangue capillare.

b) Ipoglicemia

Lā€™ipoglicemia ĆØ una complicanza acuta molto frequente nella quale le persone con diabete spesso si imbattono.

Definizione: La definizione moderna di ipoglicemia ĆØ un valore di glucosio nel plasma ā‰¤70 mg/dl.

Vengono definiti tre gradi di ipoglicemia: il grado lieve, dove sono presenti solamente sintomi neurogenici (come tremori, palpitazione e sudorazione) e lā€™individuo ĆØ in grado di autogestire il problema; il grado moderato, dove a questi sintomi si aggiungono sintomi neuroglicopenici (come confusione, debolezza), ma dove lā€™individuo ĆØ in grado di autogestire il problema; il grado grave, dove lā€™individuo presenta uno stato di coscienza alterato e necessita dellā€™aiuto o della cura di terzi per risolvere lā€™ipoglicemia

Trattamento: il trattamento dellā€™ipoglicemia con paziente cosciente si basa sulla regola del 15: che prevede lā€™assunzione di 15 g di carboidrati (preferibilmente glucosio in tavolette o saccarosio in grani o sciolto in acqua o 125 ml di una bibita zuccherata o di un succo di frutta o un cucchiaio da tavola di miele), rivalutare la glicemia dopo 15 minuti e ripetere il trattamento con altri 15 g di carboidrati sino a che la glicemia non risulti superiore a 100 mg/dl. Lā€™effetto del trattamento sullā€™ipoglicemia puĆ² essere solo temporaneo. Pertanto la glicemia deve essere misurata ogni 15 minuti, fino al riscontro di almeno due valori normali in assenza di ulteriore trattamento tra le due misurazioni.

Il trattamento delle ipoglicemie gravi (dove lā€™individuo non ĆØ in grado di assumere nulla per bocca) richiede lā€™assistenza di terzi per un trattamento per via sistemica: in una situazione extraospedaliera o quando non sia prontamente disponibile un accesso ev, utilizzando siringhe preriempite di glucagone (1 mg) negli adulti e nei bambini di etĆ  superiore a 12 anni; la dose ĆØ 0,5 mg per i bambini di etĆ  inferiore a 12 anni. Le persone a stretto contatto con i diabetici o quelli a cui sono affidati devono essere a conoscenza del problema ed essere istruiti alla somministrazione del farmaco per via intramuscolare o sottocutanea. ƈ comunque indicato effettuare una chiamata al Servizio di emergenza.
In una situazione in cui sia possibile un rapido accesso endovenoso ĆØ indicata lā€™infusione in 1-3 minuti di 15-20 g di glucosio in soluzioni ipertoniche al 20 o al 33% (es. 80 ml di glucosata al 20%, oppure 50 ml glucosata al 33%). Le strategie terapeutiche successive dovranno essere definite in base alle specifiche cause dellā€™ipoglicemia.

Quali sono gli effetti collaterali piĆ¹ frequenti dei farmaci per il diabete?
  1. L’utilizzo delle gliptine ĆØ stato associato ad un aumento del rischio di pancreatiti che ne controindica l’utilizzo in pz con pancreatite in atto o pregressa.
  2. Nausea e vomito ed effetti gastrointestinali sono gli effetti avversi piĆ¹ frequenti che compaiono nelle prime settimane di terapia. ƈ stata suggerita la possibilitĆ  di associazione con pancreatite sebbene non sia stata confermata l’associazione, ma a scopo preventivo l’utilizzo di GLP1ra ĆØ controindicato in individui con pancreatite in atto o pregressa.
Quali possono essere i limiti allā€™autocontrollo glicemico?

I limiti allā€™autocontrollo glicemico possono essere dovuti a diverse cause:

ansia nel rilevare glicemie alterate e conseguente paura delle complicanze

senso di limitazione della propria libertĆ 

invasivitĆ  e dolore della digitopuntura

unā€™azione che rimanda il paziente a un costante Ā«ricordoĀ» della propria condizione di malattia.

impatto economico.

necessitĆ  di educazione/training nellā€™esecuzione e nellā€™intervento conseguente

Cosā€™ĆØ una Lipodistrofia (LD)?

La LD ĆØ una delle complicanze cutanee piĆ¹ comuni delle iniezioni di insulina, letteralmente significa ā€œdisordine del tessuto grassoā€. Gli adipociti aumentano di dimensione e il grasso si infiltra nel derma causando lā€™ispessimento del sottocute e donandogli un aspetto gommoso. La LD puĆ² presentarsi in due forme, sia come Lipoipertrofia (LH) sia come Lipoatrofia (LA).

PerchƩ si formano le lipodistrofie?

Le Lipodistrofie si formano a causa di diversi fattori di rischio indipendenti come la durata di utilizzo dellā€™insulina, la mancata rotazione dei siti di iniezione, il riutilizzo dello stesso ago per piĆ¹ iniezioni associato ad un ago troppo lungo e spesso. Lā€™effetto dellā€™insulina come fattore di crescita, lā€™azione delle citochine infiammatorie e il ripetuto trauma danno origine ad un effetto anabolico e lipogenico degli adipociti causando la formazione delle lipodistrofie. La lipoatrofia invece ĆØ una condizione di cicatrizzazione del tessuto adiposo sottocutaneo, oggi, poco comune. Probabilmente ĆØ indotta da una reazione immunologica verso impuritĆ  presenti in alcune preparazioni di insulina di prima e seconda generazione. La sua prevalenza ĆØ in calo dallā€™introduzione degli analoghi.

Cosa succede se inietto lā€™insulina in una zona lipodistrofica?

Lā€™assorbimento di insulina, nelle zone lipodistrofiche, risulta ridotto e ritardato causando iperglicemia e unā€™ampia variabilitĆ  glicemica. Inoltre aumenta anche il rischio di crisi ipoglicemiche quando lā€™insulina viene iniettata in unā€™area senza lipodistrofie.

Come si tratta lā€™ipoglicemia?

Lā€™ipoglicemia si tratta applicando la ā€œregola del 15ā€: assumere 15gr di zucchero semplice e rivalutare la glicemia dopo 15 minuti. Ripetere il trattamento ogni 15 minuti fino a quando il valore della glicemia avrĆ  raggiunto 100mg/dl. La correzione dellā€™ipoglicemia puĆ² essere temporanea, pertanto misurare la glicemia ogni 15 minuti, fino al riscontro di almeno due valori normali (> 100mg/dl) in assenza di ulteriore trattamento (assunzione di zuccheri) tra le due misurazioni. ƈ possibile mangiare qualche carboidrato ā€œcomplessoā€(fetta biscottata, biscotti, crackers, grissini) per evitare che la glicemia torni a scendere. Ricordarsi di non utilizzare cioccolato o bibite ā€œlightā€ per correggere unā€™ipoglicemia.

Se ho unā€™ipoglicemia e devo pranzare, devo fare lo stesso lā€™insulina?

In caso di ipoglicemia in prossimitĆ  del pasto, si deve prima trattare e risolvere lā€™ipoglicemia con la ā€œregola del 15ā€, poi ĆØ possibile iniettare lā€™insulina e mangiare. Eventualmente ĆØ possibile ridurre di qualche unitĆ  la dose di insulina, ma deve essere stato concordato con il medico in precedenza.

Cosā€™ĆØ lā€™ipoglicemia?
Si parla di ipoglicemia quando la glicemia ĆØ < 70 mg/dl (3.9 mmol/mol), associato o meno ai caratteristici sintomi.[/fusion_text][/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]
Quali sono gli zuccheri da assumere in caso di ipoglicemia?

In caso di ipoglicemia bisogna assumere carboidrati semplici, ovvero quelli a rapido assorbimento, come lo zucchero sotto forma di:

  • 1 cucchiaio raso di zucchero
  • 3 bustine di zucchero da 5gr
  • 3 zollette di zucchero
  • 3-5 caramelle di zucchero (verificare il contenuto di zucchero)

In alternativa:

  • 150ml di succo di frutta
  • 150ml di bibita zuccherata tipo cola, aranciata
Quali sono le possibili cause dellā€™ipoglicemia?

Saltare il pasto o mangiare meno del solito, assumendo la stesso la terapia ipoglicemizzante (orale e/o insulina).

Assumere una dose insulina o di ipoglicemizzanti orali eccessiva.

Mangiare ad un orario sbagliato rispetto alla somministrazione della terapia.

Consumo eccessivo di bevande alcoliche soprattutto a digiuno.

Fare piĆ¹ movimento o attivitĆ  fisica rispetto al solito o modifica del momento in cui questa attivitĆ  fisica si svolge.

ƈ possibile prevenire le ipoglicemie?

Per prevenire le ipoglicemie lā€™autocontrollo quotidiano ĆØ indispensabile per pazienti con DM1 E DM2 in terapia insulinica. Il controllo della glicemia dovrebbe essere fatti prima dei pasti, occasionalmente dopo i pasti, prima di andare a letto, in presenza di uno o piĆ¹ sintomi dellā€™ipoglicemia, dopo la correzione dellā€™ipoglicemia, prima di svolgere esercizio fisico e prima di guidare. Questa frequenza deve essere intensificata in presenza di patologie intercorrenti, modifica della terapia ipoglicemizzante, ipoglicemie notturne o silenti.

Che cosa fare in caso di ipoglicemia grave?

Il trattamento delle ipoglicemie gravi (dove lā€™individuo non ĆØ cosciente e/o non ĆØ in grado di assumere nulla per bocca) richiede lā€™assistenza di terze persone che garantiscano una gestione per via sistemica (iniezione sottocutanea di glucagone o infusione endovenosa di soluzione glucosata).

Quali sono i sintomi determinati dallā€™ipoglicemia?

Uno o piĆ¹ sintomi che si possono avvertire, in caso di ipoglicemia, sono: irritabilitĆ , mal di testa, tachicardia, fame, tremore, stordimento, nausea, sonnolenza, ansia, confusione, difficoltĆ  a concentrarsi, stanchezza, debolezza, sudorazione.

Quali consigli dare per prevenire lā€™ipoglicemia in seguito allā€™attivitĆ  fisica?

Si deve consigliare di intensificare il monitoraggio della glicemia: prima, durante se lā€™esercizio ĆØ prolungato, e dopo lā€™attivitĆ  fisica. Inoltre, il diabetico, deve essere correttamente educato in merito a quando ĆØ necessario fare integrazioni di carboidrati e aggiustamenti della terapia ipoglicemizzante.

Dizionario del diabete

Lo strumento che ti guida ad individuare e conoscere i termini della patologia, per migliorare la gestione del diabete.

Torna in cima