Effettuare le vaccinazioni di routine per i bambini e gli adulti diabetici secondo le raccomandazioni nazionali in relazione alla età. Effettuare annualmente la vaccinazione influenzale in tutti i soggetti diabetici di età superiore ai 6 mesi. La vaccinazione contro la polmonite è raccomandata per tutte le persone con diabete fino a 64 anni, con le modalità previste dalla normativa nazionale. Ad età ≥ 65 anni somministrare il vaccino pneumococcico coniugato. Effettuare la vaccinazione contro l’epatite B nei pazienti non vaccinati di età compresa tra i 19 e 59 anni. Considerare inoltre la vaccinazione anche per i pazienti non vaccinati di età ≥ 60anni.
Attualmente non esistono prove che dimostrano la sicurezza ed efficacia dei nutraceutici sulla riduzione del rischio di sviluppare diabete tipo 2 e sul controllo glicemico nelle persone con diabete.
No.
La terapia per il diabete di tipo 1 consiste nella terapia sostitutiva con insulina che può essere somministrata mediante microinfusore di insulina o secondo Lo schema basal-bolus, con analoghi a breve durata d’azione e analoghi a lunga durata d’azione.
Il trattamento farmacologico del diabete di tipo 2 ha come obiettivo quello di ridurre la glicemia e l’emoglobina glicata, raggiungendo gli obiettivi terapeutici e minimizzando gli effetti collaterali. Ciò può richiedere spesso la combinazione di più farmaci. Il farmaco di prima scelta per il trattamento dei diabetici tipo 2 è la metformina. Qualora la monoterapia con metformina non sia sufficiente ad ottenere o mantenere un buon controllo glicometabolico, è necessario associare un secondo od un terzo farmaco. In tale contesto, sulla base del profilo complessivo di efficacia, tollerabilità e sicurezza, acarbose, pioglitazone, inibitori DPP4, agonisti GLP1 o inibitori SGLT2 sono preferibili rispetto a sulfaniluree o glinidi. Quando il controllo glicemico con farmaci non insulinici anche in politerapia non è soddisfacente, è necessario iniziare la terapia insulinica.
- le gliptine agiscono agiscono aumentando i livelil circolanti di Glucagon -like peptide 1 (GLP-1) e del glucose insulinotropic polypeptide (GIP) prodotto dalle cellule L dell’intestino tenue distale e del colon e dalle cellule K del duodeno, digiuno e ileo; GLP-1 e GIP a loro volta potenziano la secrezione di insulina e inibiscono quella di glucagone in maniera glucosio dipendente.
- agonisti del recettore GLP1 agiscono potenziando la biosintesi e la secrezione di insulina e inibendo la secrezione di glucagone in maniera glucosio dipendente; inoltre rallentano lo svuotamento gastrico e riducono l’appetito.
- inibitori del cotrasportator e sodio-glucosio di tipo 2 bloccano il riassorbimento del glucosio da filtrato nei tubuli renali lasciando che circa il 40% del glucosio filtrato venga eliminato con le urine e producendo cosi una riduzione della glicemia.
- il trattamento con gliptne non si associa ad aumento di peso, o effetti collaterali gastrointestinali, hanno un basso potenziale di interazione con altri farmaci. Possono essere utilizzate in pz con insufficienza renale anche grave in cui deve essere eseguito un aggiustamento della dose tranne che per il linagliptin. Possono essere associati a insulina basale.
- in aggiunta ai farmaci orali presentano un efficacia ipoglicemizzante analoga all’insulina basale con effetti più favorevoli sul peso corporeo. Non si associa a ipoglicemia a meno che non sia in associazione a insulina basale o sulfaniluree. Ha effetti favorevoli sui fattori di rischio cardiovascolare quali il peso e la pressione arteriosa nonché sono efficaci nel prevenire la comparsa e della progressione della nefropatia diabetica.
- in associazione alla metfromina hanno un’efficacia analoga alle sulfaniluree e agli inibitori del DPP4. hanno effetti favorevoli su fattori di rischio cardiovascolare come la pressione arteriosa il peso corporeo e l’iperuricemia, inoltre presentano un effetto nefroprotettivo indipendente dal controllo glicemico.
- L’utilizzo delle gliptine è stato associato ad un aumento del rischio di pancreatiti che ne controindica l’utilizzo in pz con pancreatite in atto o pregressa.
- Nausea e vomito ed effetti gastrointestinali sono gli effetti avversi più frequenti che compaiono nelle prime settimane di terapia. È stata suggerita la possibilità di associazione con pancreatite sebbene non sia stata confermata l’associazione, ma a scopo preventivo l’utilizzo di GLP1ra è controindicato in individui con pancreatite in atto o pregressa.
L’aderenza terapeutica è la misura in cui il comportamento di una persona (assumere un farmaco, seguire una dieta o cambiare il proprio stile di vita) corrisponde alle raccomandazioni concordate con un operatore sanitario.
Questo concetto si riferisce tanto alle prescrizioni farmacologiche, che alle indicazioni relative alla dieta ed allo stile di vita.
L’aderenza è una condizione indispensabile in setting clinici ad andamento cronico quali ad esempio ipertensione, asma, cancro, HIV e anche Diabete Mellito.
La scarsa aderenza alle raccomandazioni concordate con gli operatori sanitari è la principale causa di mancata efficacia delle terapie farmacologiche, a cui si associa un aumento degli interventi di assistenza sanitaria inappropriati, della morbilità e della mortalità, rappresentando un danno per i pazienti, il sistema sanitario e l’intera società. (fonte: ricerca Doxa).
1. Fattori individuali, legati al paziente (attitudini, abitudini, convinzioni, contesto socio-economico)
2. Fattori legati al prescrittore (competenza, conoscenza, attitudini, convinzioni, contesto professionale,capacità comunicativa)
3. Fattori inerenti il sistema sanitario di riferimento (accessibilità ed equità delle cure)
Sabate E, ed, Adherence to long term therapies: evidence for action. Geneva, WHO, 2003
La TE deve essere iniziata al più presto possibile: subito dopo la diagnosi e rivalutata nel tempo allo scopo di mantenerne i benefici. La TE è inoltre necessaria ogni qualvolta si compiono modifiche dello schema terapeutico o dello stile di vita.
Prima dell’addestramento, è utile verificare le capacità e le possibilità di autogestione della malattia. Bisogna verificare la presenza di eventuali limiti oggettivi come ipovisus, scarsa mobilità o deformità delle mani o decadimento cognitivo e di eventuali limiti emotivi. In quest’ultimo caso va educata anche l’autogestione dei problemi psico-sociali coinvolgendo eventualmente il care giver. La corretta gestione di questo aspetto è fortemente associato a esiti positivi per il diabete.
La verifica delle conoscenze del paziente deve essere fatta, a breve termine, dopo il primo addestramento. Può essere fatta di persona, durante la visita di controllo, altrimenti può essere fatta anche telefonicamente. In seguito deve essere fatta almeno una volta l’anno.
- rappresentano una valida opzione terapeutica per i pazienti inadeguatamente controllati con la sola metformina o con intolleranza o controindicazioni alla metformina.
- devono essere considerati nei pazienti che falliscono alla monoterapia con metformina e le molecole come liraglutide e dulaglutide devono essere considerate nei pazienti con pregressi eventi cardiovascolari maggiori.
- sono indicati per quei pazienti che falliscono la mono terapia con metformina o per quelli con intolleranza o controindicazioni alla metformina sono utili in associazione all’insulina per ridurre il fabbisogno insulinico o contrastare l’aumento di peso sono altresì raccomandati nei pazienti on progressi eventi cardiovascolari maggiori.
Allo stato attuale questi farmaci possono essere prescritti solamente dalla specialista diabetologo.
Dizionario del diabete
Lo strumento che ti guida ad individuare e conoscere i termini della patologia, per migliorare la gestione del diabete.