La pandemia da Coronavirus-19 (COVID 19) ha aperto nuovi filoni di ricerca clinica e di base volti alla comprensione dei meccanismi e dei fattori favorenti il contagio e la progressione della malattia.

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In ambito diabetologico sono stati condotti diversi studi mirati alla valutazione degli effetti del COVID-19 nei pazienti diabetici che rappresentano una classe di pazienti a maggiore rischio di sviluppare le complicanze respiratorie legate all’infezione da coronavirus, insieme ai pazienti anziani o con storia di patologie renali, oncologiche o cardiovascolari.

Il diabete di tipo 2 rappresenta la seconda patologia più comune tra le persone affette da COVID 19 anche alla luce della maggiore suscettibilità alle infezioni alla quale sono soggetti in larga parte influenzata dal controllo glicemico.

In uno studio retrospettivo realizzato nella provincia di Hubei, in Cina, su 952 persone con diabete di tipo 2 e diagnosi di COVID-19 è stato dimostrato come il controllo glicemico si correlasse con il rischio di mortalità per COVID-19.

Lo studio ha coinvolto 952 individui con diabete di tipo 2 noto di età compresa tra 18 e 75 anni. Dei 952 pazienti 252 avevano un buon compenso glicemico (HbA1c compresa tra 6.6-8.2%) e i restanti 528 presentavano un cattivo compenso glicemico (con HbA1c compresa tra 7.2-10.1%).

È stato dimostrato che i pazienti con un compenso metabolico inadeguato (emoglobina glicata maggiore di 8%) presentavano una maggiore necessità di interventi medici, lesioni multiorgano e mortalità. D’altro canto anche i pazienti con frequenti fenomeni ipoglicemici presentavano un aumento della mortalità.

Tra le possibili spiegazioni della correlazione tra scarso compenso glicemico e l’aumento delle complicanze da COVID è stata segnalata una riduzione della capacità difensiva delle vie aeree (legata alle iperglicemie) una disregolazione della riposta immunitaria e un’alterazione nervosa del controllo della ventilazione polmonare.

Sulla base dei risultati emersi da questo studio risulta necessario puntare ad un controllo glicemico ottimale aumentando il tempo nel range euglicemico e riducendo la variabilità glicemica attraverso uno stretto monitoraggio delle glicemie capillari o dell’andamento glicemico giornaliero sfruttando i dispositivi di controllo della glicemia capillare o i sistemi di monitoraggio in continuo della glicemia al fine di ridurre le possibili complicanze legate all’infezione da COVID e, più in generale, per ridurre il rischio di complicanze a breve e a lungo termine legate al diabete.

Ref: Zhu et al., 2020, Cell Metabolism31 , 1068–1077June 2, 2020ª 2020 Elsevier Inc.

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