Uno studio statunitense mette in dubbio l’efficacia della vitamina D nel migliorare, negli adolescenti con diabete di Tipo 1, glicemia e stato infiammatorio.

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Secondo uno studio condotto negli USA, pubblicato sulla rivista Pediatric Diabetes, la supplementazione per 6 mesi di vitamina D non influenza positivamente i valori glicemici e neppure quelli di alcuni marker infiammatori associati al diabete di Tipo 1 negli adolescenti.

I ricercatori, basandosi sugli studi riguardanti gli adulti che dimostrano gli effetti benefici di una supplementazione di vitamina D nel migliorare l’insulino-sensitività e ridurre le citochine infiammatorie, hanno ipotizzato che il trattamento del deficit di vitamina D, anche negli adolescenti con diabete di Tipo 1, potesse migliorare i valori della glicemia e ridurre i marker infiammatori. L’ipotesi però non è stata confermata.
«Finora», scrivono gli autori nell’introduzione al lavoro, «non esistono trial che abbiano analizzato gli effetti della supplementazione vitaminica sul controllo glicemico e sui livelli di citochine infiammatorie in circolo associate al rischio di complicanze microvascolari negli adolescenti affetti da diabete di Tipo 1».

Nel corso del nuovo studio, randomizzato e prospettico, sono stati reclutati 42 adolescenti, di età compresa tra 13 e 21 anni. Di questi pazienti iniziali, 25 (il 63,4% del campione) presentavano una condizione di deficit vitaminico di partenza.
Questi ultimi sono stati suddivisi in due gruppi, secondo uno schema 1:1, e trattati con la supplementazione per 6 mesi nell’immediato o dopo 6 mesi di osservazione. Lo studio aveva, infatti, una durata di 12 mesi e per ciascun gruppo era previsto un periodo di assenza di trattamento della durata di 6 mesi.

In conclusione, lo studio conferma come la prevalenza della condizione di deficit di vitamina D sia molto elevata negli adolescenti con diabete di Tipo 1. Ciò nonostante, a fronte di livelli iniziali di Interleuchina 6 (IL-6) inversamente correlati con i livelli di vitamina D, la supplementazione vitaminica non sembra produrre mutamenti in questo gruppo di popolazione relativamente ai marker di infiammazione, all’insulino-sensitività e alla glicemia, come ipotizzato in alcuni studi precedenti condotti nella popolazione adulta.

«Tali risultati», concludono gli autori, «sottolineano la necessità di condurre nuovi studi prospettici per approfondire il ruolo potenziale del deficit di vitamina D e dell’eventuale ricorso alla supplementazione vitaminica sulla glicemia e i marker di infiammazione in questo gruppo di popolazione, con particolare riferimento ai soggetti con carenza vitaminica più marcata».

Fonte: EM Shi et al. Pediatric Diabetes 2014. Published online 14 December 2014.

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