Mi chiamo Marta ho 40 anni, e sono diabetica da quando ne avevo 4. Da piccola e stato difficile perché i miei compagni non capivano cosa fosse il diabete e venivo trattata come una bambina con una malattia contagiosa. Ho imparato da piccolissima a gestirmi da sola sia a casa che a scuola.

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Alle elementari avevo un maestro bravissimo che stava molto attento a me e alle medie c’era la professoressa di scienze che mi aiutò a spiegare ai miei compagni cosa fosse il diabete.

La mia infanzia a scuola non è stata facile, ma alla fine ce l'ho fatta. Penso che nella scuola Europea serva, come in America, un medico o un’infermiera. Perché basta poco per avere una ipoglicemia senza accorgersene ed andare in ospedale. A me purtroppo e successo tante volte, e di certo le terapie non erano come quelle che ci sono ora, migliori più sicure e meno invasive.

Infine, è molto importante trovare una persona, a scuola magari un insegnante, abbastanza sensibile da capire il problema dei piccoli diabetici.

Solo così è possibile superare certi ostacoli.

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Ciao Marta,

La tua lettera tocca molti punti che mi stanno a cuore. Spiegare bene la malattia ai propri compagni di scuola (soprattutto i più piccini) e avere un insegnante che si prenda cura di te. Che sia sensibile ed empatico e trasmetta questo ai propri allievi. Che sappia fare squadra intorno alle esigenze di un alunno che sia diabete o qualsiasi altra cosa.

Molti fatti che racconti della tua esperienza della scuola di anni fa, adesso, fortunatamente sono cambiate ma altre, invece, sono rimaste purtroppo uguali!

Oggi avere una buona esperienza col diabete a scuola è una cosa che va “a fortuna”, “se capiti bene”, “se l’insegnante decide di essere collaborativa” troppi “se“ per una patologia che oramai è abbastanza conosciuta e in una scuola che vogliamo comparare per servizi ed eccellenza ad altri sistemi europei.

Per quel che riguarda la presenza di un infermiere a scuola mi trovi perfettamente d’accordo. Anche perché questa figura può servire anche per altri studenti con altre patologie o per incidenti scolastici o per banali disturbi transistori. Purtroppo, mi sembra di capire che, per ora, gli infermieri manchino pure negli ospedali, per cui la vedo dura nell’immediato futuro. Ma chissà che qualche illuminato politico/ amministratore prima o poi non arrivi a pensarci. Le mamme dei bambini con diabete lo chiedono da decenni.

Sono felice però di sapere che una ex bimba di 4 anni oggi sia una donna serena che accetta quel che è stato senza troppe recriminazioni.

Mi sembra l’approccio giusto, nonostante le difficoltà affrontate, cara Marta, rimaniamo sempre aperte alla vita e alle felicità.

Ti abbraccio e in bocca al lupo per tutto!

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