In questi giorni, mi è capitato di riflettere sul fatto che non andavo in ASL da due settimane! Il mio rapporto con la burocrazia e tutto ciò che ruota intorno alla gestione dei presidi del diabete è parecchio conflittuale.

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Sono impaziente nelle attese, intollerante con i ritardi delle forniture e, soprattutto, con il personale distratto e poco empatico. Il mio carico è doppio, perché mi occupo anche della fornitura di mia figlia. Ma vi capita mai di dover fare la spola più volte verso la ASL, per controllare che i vostri sensori o materiali del micro siano arrivati?

A volte arrivano tutti, altre in parte, in alcuni casi per niente - “c’è un problema di forniture” - “c’è un problema di corriere” - “non sappiamo perché non arrivano” (la frase più terribile che ti lascia sgomenta e senza punti di riferimento). Quindi? Come farò? - oppure il terrificante annuncio dell’impiegata distratta: “Mi sono dimenticata di metterli in ordine”.

Lì sarebbe bene respirare a fondo e far partecipare al colloquio una squadra di monaci tibetani al completo, perché controllare gli istinti diventa davvero difficoltoso, ma lo si fa. In alcuni casi, quando hai il materiale contato e a casa un bambino piccolo col diabete, certe cose diventano davvero inconcepibili e inaccettabili.

Ma andiamo avanti…

Oramai io ho preso il mio rapporto con la ASL come un esercizio di meditazione e di calma interiore. Sarebbe facile stare in pace con se stessi in una spiaggia deserta e da sogno, difficile è confrontarsi con la complessità nella sala di attesa.

E quanto tempo ci porta via, a livello materiale e di pensiero, l’approvvigionamento mensile o bimensile dei materiali per il diabete? A mio avviso tanto. È quel carico in più che non ci vorrebbe per chi ha già da vivere giorni interi a far calcoli per la propria salute. È una malattia che, comunque la si voglia mettere, ci impegna h24 senza ferie.

Eppure è così, diventa parte della nostra routine. A poco a poco si diventa quasi amici anche degli infermieri che si occupano dello smistamento. Si conoscono a memoria i numeri della farmacia ospedaliera e della direzione generale.

E la cosa buffa di questi “affari da sbrigare“ è che, quando miracolosamente, per una volta, ti arriva tutta la fornitura che stavi aspettando, senza ritardi, “beghe” o intoppi, ti capita quasi di essere felice!

Di abbracciare l’infermiera e di vivere attimi di vera gioia. Con le lacrime agli occhi immagini che sì, evvai! Per due lunghissimi mesi sarai a posto e niente più burocrazia.

E voi come vivete questa parte importantissima del diabete? Questo aspetto di cui non possiamo fare a meno (non possiamo non andare a prendere i presidi per il diabete)?

Raccontatemelo!

Come Sempre!

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