Mi chiamo Beatrice e la mia storia inizia 5 anni fa, quando all’ultimo mese di gravidanza si scopre che ho la glicemia alta. Premessa: in gravidanza ho preso solo 9 kg. Il diabetologo mi suggerisce delle restrizioni alimentari, in 5 anni ho sempre controllato la glicemia, ma quando trovi medici incompetenti non sai più a chi rivolgerti.
Il mio medico di base mi ha sempre risposto “signora, ancora è giovane, non mi va di dargli dei farmaci”. Ho cambiato subito medico. Un giorno, mi alzo dal letto, mi lavo, e mi dirigo dalla mia nuova dottoressa, chiedendogli una visita diabetologica. Torno a casa e prenoto. Dopo qualche giorno, vado in visita e racconto i miei 5 anni. Il medico mi prescrive tutte le analisi da fare e, a distanza di qualche settimana, torno con i risultati. Quando vede le mie analisi, si mette le mani in testa!
La mia terapia era metformina ma, a due ore dal pranzo e dalla cena, la glicemia era sempre alta. Mi sento dire: “sig.ra lei produce troppa insulina. Il valore è troppo alto,115, lei è diabetica!”
Ero confusa, arrabbiata e non credevo a ciò mi era stato detto. Ho iniziato a piangere, perché mi dicevo di essere stata condannata a soli 43 anni, la mia vita sarebbe stata una privazione e una sofferenza. Ho fatto fatica a metabolizzare, ma a distanza di tre mesi, ho modificato tutta la mia alimentazione, eliminato tutti i tipi di zuccheri, mangio più proteine e pochi carboidrati, non ci sono più dolci e merendine (li ho sostituiti con delle centrifughe di verdure). Adesso posso dire che è un’altra VITA!
Cara Beatrice,
La tua lettera punta i riflettori, come fari nella notte, sull’importanza cruciale di scoprire tempestivamente il diabete e trovare professionisti in grado di aiutarti veramente.
Mi sembra tu sia stata vittima di una certa confusione nella diagnosi e ciò, molto probabilmente, ti ha “scombussolata” parecchio, non solo fisicamente, ma anche psicologicamente.
Da quel che capisco, dalle pillole sei passata all’insulina. Sentirti dire, però, che ti hanno condannata a soli 43 anni mi sembra un po' azzardato, considerando che ci sono tante persone che hanno il diabete e, purtroppo, molte di queste, da pochi mesi di vita!
Eppure si va avanti e si fa tutto, o quasi, in base anche ai limiti mentali che ci poniamo.
Infatti, anche tu, a fine lettera, ci parli dell’equilibrio ritrovato. Questo ci dona la speranza di pensare che, nonostante il trambusto di una diagnosi difficile, è possibile ritrovare la serenità. Non entro nel merito della dieta, perché non rientra nelle mie competenze, ma credo che l’importante sia che tu abbia trovato la tua tranquillità e qualcuno che ti segua per bene. Che ti faccia sentire sicura di fronte a questa patologia, perché per gestirla al meglio, devi anche conoscerla al meglio. Sapere bene cosa fare per organizzarti e poi decidere i tuoi obiettivi da raggiungere.
E spero tanto, che nel futuro, tu possa vivere, non da condannata ma come una donna che, nonostante tutto, prova a vivere la sua vita, che mi auguro possa essere bellissima e radiosa. Perché siamo in tanti cara Beatrice, ma ce la faremo. E chissà se un giorno, sorseggiando centrifughe e mangiando spiedini di frutta fresca in riva al mare, non ci troveremo ad osservare in diretta, la fine del diabete.
Io ci credo, e tu?
Un abbraccio
Elisa