Da quando abbiamo scoperto il diabete di nostra figlia a quando lei è rientrata a scuola, è trascorso pochissimo tempo. Andava al nido a quel tempo e nella mia mente e in quella di mio marito era balenata l’idea di poterla tenere a casa, almeno fino alla materna. Fuggire dal confronto con la scuola e le sue complessità rispetto al diabete sembrava il percorso più facile.

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Poi, non si sa come, viene fuori quella forza che ti spinge ad andare oltre le limitazioni mentali e a seguire il tuo naturale sentire: A mia figlia piaceva andare a scuola. Perché toglierle questa gioia?
Ho trovato collaborazione da parte di quasi tutte le maestre e la dirigente, ma il primo anno, per paure mie ma anche per ansie loro, ho passato molto tempo a scuola. La mattina mentre aspettavo il "post colazione", per correggere le glicemie alte, e poi tornavo ancora per l'insulina del pranzo, mentre tutte quante insieme speravamo che mangiasse abbastanza in modo da poterle somministrare l'insulina.
Amelia aveva 20 mesi. Parlava ancora male e non sentiva per nulla le ipoglicemie. Per ogni giornata passata a scuola, mi sembrava di avere portato a casa una grande vittoria. Alla fine del primo anno io ero sfinita mentre lei era felice, completamente serena e a suo agio, nella sua classe e nella sua vita, facevamo tutto il possibile perché combaciasse con la vita degli altri bambini. Gli stessi che i genitori lasciavano a scuola tranquilli e poi tornavano a prenderli abbracciandoli felici al pomeriggio. Mentre noi non eravamo più noi, ma dovevamo rimboccarci le
maniche per avere comunque qualcosa di bello anche se profondamente diverso da quello che avevamo immaginato.
Ora siamo alla materna. Ogni volta che si cambia grado di scuola, si cambiano le maestre e il gruppo classe e, non senza delusioni o arrabbiature, si cercano nuovi equilibri. E si cresce. Perché ci si parla, ci si scorna, si piange ma si va avanti.
Oggi è un po’ più semplice anche con l’aiuto delle nuove tecnologie che rendono più facile il controllo delle glicemie anche a distanza. Quando andavo a scuola io portavo solo una manciata di caramelle in tasca e via. Nemmeno il glucometro avevo dietro! Ma erano altri tempi, ed anche di diabete si parlava davvero poco.
La vostra esperienza a scuola come è stata? I vostri figli hanno incontrato ostacoli?
E per voi com’era lasciare sull’uscio i vostri figli con l’incognita del “mannaggia chissà che giornata sarà oggi con le glicemie“??

Scrivetemi e raccontatemelo se vi va.
Ogni mercoledì vi racconterò la mia!

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