Io non vivo più a casa con i miei genitori da quando avevo 18 anni. Siamo sempre stati lontani e ci vedevamo solamente per le feste comandate e d’estate per qualche giorno.
Per questo motivo, nel corso degli anni, loro hanno perso pezzi della mia evoluzione tecnologica col diabete. Dalle siringhe di insulina che facevamo con mille attenzioni a casa e i pasti ad orario fisso e dieta super rigida, si sono ritrovati, piano piano che passava il tempo, una figlia sempre più tecnologica e libera nel gestire il proprio diabete.
Ad un certo punto, però, complice la vecchiaia e la grande libertà con cui mi muovevo, hanno incominciato a dimenticare quasi che io avessi il diabete!
Si sono quindi sentiti più liberi anche loro di poter cucinare mille leccornie per me quando andavo a trovarli, esattamente come facevano con i miei fratelli, che non hanno il diabete.
È stato buffo constatare questa cosa ma forse un piacere un po’ per tutti.
Anche per me che, grazie al santo microinfusore e sensore ora posso gestire anche i pasti domenicali di una tipica mamma italiana del sud senza troppi problemi.
Ma solo con tanta insulina e matematica.
Tutto il resto è convivialità e amore. Ed evviva così!
Voi cosa ne pensate?
Scrivetemi la vostra storia.
Io vi racconterò la mia!