L’idea di una settimana che inizia col piede storto ce l’ho quando, il lunedì mattina, portata a scuola mia figlia, mi viene comunicato che oggi sarà festeggiato il compleanno di un suo compagnetto. Sudo, mi faccio seria e poi sorrido. Fantastico! Proprio quello che ci voleva!
Mia figlia è raggiante e chiede già se la torta sarà col cioccolato e panna o solo col cioccolato. Io faccio un lungo respiro carico di un “OMMM” meditativo e la saluto. Sarò di ritorno per l’ora di pranzo, per calcolare quanta insulina fare per “azzeccare” la giusta glicemia.
Tutto rientra nella normalità, i bambini hanno diritto a mangiare la loro torta, festeggiare con i compagnetti e passare una giornata speciale anche a scuola.
Mi è successo pochi giorni fa di imbattermi proprio in questo tema con alcuni genitori di bambini col diabete. In fondo, ho scoperto di essere quasi fortunata con mia figlia perché nella sua scuola, per il festeggiato si fa la torta a fine pasto e basta. Quindi quando vado a farle la dose di insulina per il pranzo devo solo aggiungere la torta ai soliti calcoli e incrociare le dita. Non c’è alcun bisogno di stravolgere la mia giornata, mi basta considerare un fattore in più che potrebbe farle salire la glicemia. Ma se calcolo bene questo rischio si azzera (è che non sempre è così facile calcolare bene). In altri casi, invece, ho scoperto che alcuni compleanni vengono festeggiati a metà mattina con un vero e proprio buffet. Patatine, pizzette, focacce e, infine, torta. Mi si è gelato il sangue, anzi mi si è caramellato.
Quando mi sento fortunata ci faccio caso e trovo assurdo che a scuola possano essere ammessi party di tale portata. Ci sono stati genitori indignati che sono andati dal preside sparando di riuscire a vietare le feste a scuola. Perché è vero che un bambino col diabete tipo 1 può mangiare tutto, ma è anche vero che certe situazioni creano difficoltà e, oltretutto, io non credo siano salutari per nessun bambino, con diabete o senza.
Che fare quindi?
Io non ho la soluzione e quindi chiedo il vostro parere. Io tratterei la situazione senza pensare esclusivamente alla peculiarità del bambino col diabete, ma alla buona educazione alimentare (ed empatica) generale. È bello festeggiare, sì, ma non si può neanche sempre pensare solo a mangiare! Soprattutto da bambini e specialmente con cibi molto grassi. A nessun bambino fa bene pasteggiare a succo di frutta e sciroppo di mele.
Io credo che a volte il problema di integrazione sociale e alimentare con i non diabetici sia dovuto a una cattiva alimentazione di questi ultimi piuttosto che alle restrizioni dei diabetici.
Se tutti si mangiasse un po’ meglio non avremmo tutte queste difficoltà a stare insieme, non trovate?
Io sì. Anche se salvo sempre l’aperitivo il fine settimana! Ma solo dopo i 20 anni!
Scrivetemi e raccontatemi la vostra storia se vi va.
Ogni mercoledì vi racconterò la mia!