Ieri le nipoti della mia vicina sono venute a giocare con mia figlia. 4 anni e 11 anni. Tanta voglia di giocare e di far merenda. Io vestita da nonna papera a far finta di saper fare le torte e a sfornare muffin con i guanti di stoffa giganti tipo topolino.
Tutto, a volte, mi sembra normale e profumato, come un qualunque pomeriggio tra bambini che giocano.
E io una mamma apparentemente come le altre.
A mia figlia suona il sensore e, avendo la glicemia bassa, decido di misurarle la glicemia col glucometro. Ovviamente tutta la scena davanti alle nostre ospiti, senza alcun timore o problema. Mi capita spesso di farlo e di spiegare cosa fa e cosa non fa Amelia riguardo al diabete, cibo e varie ed eventuali.
È un modo per imparare e crescere, penso…a volte illudendomi, forse.
La figliola più grande allora mi dice: mamma mia! A me fa impressione! Puoi farlo da un’altra parte?
In un solo attimo sono stata catapultata indietro nel tempo di 25 anni. Quando mi dicevano di non farmi vedere mentre facevo le penne di insulina e quando mi facevano credere che il diabete fosse solo un affare mio da tenere celato e ben coperto con quella che gli ipocriti chiamavano “discrezione” perché in realtà era vergogna.
Quella che io voglio assolutamente sdoganare per mia figlia e tutti i bimbi come lei, mi è stata riproposta in versione 2000 da questa ragazza in erba. Anche con una sorta di diritto, il suo, a non vedere qualcosa che si discostava dalla sua norma.
Chiaramente non mi sono lasciata scappare l’occasione di sanare un po’ anche le mie ferite e dire alla figliolina che, se provava fastidio, era un suo problema e poteva spostarsi, ma Amelia non sarebbe andata da nessuna parte.
E le cose hanno preso un’altra forma, per tutti. La situazione è stata capovolta. E così è cambiata.
Non ho avuto sempre questa prontezza di risposta. Ma ho imparato. Cambiando me, ho cambiato anche molte cose nelle persone che ho incontrato.
Voi, vi impegnate a cambiare voi stessi e la percezione del diabete che hanno gli altri?
Scrivetemi e raccontatemi la vostra storia se vi va.
Ogni venerdì vi racconterò la mia!