Sono la mamma di Giulia e da 5 mesi conviviamo con questa malattia, abbiamo festeggiato il suo settimo anno in ospedale e l’esordio sarà indimenticabile! La mia piccola aveva più sete facendo tanta pipì, questo ha fatto scattare l’allarme nella mia testa facendomi correre a fare un test in farmacia.

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Da lì al pronto soccorso pediatrico con 511 di Glicemia!

Inizia così il nostro incubo. Non accettavo questa realtà, ero arrabbiata con me stessa e con il mondo intero, dove avevo sbagliato?

Cosa non avevo fatto per causare questo?

Perché lei così piccola ed indifesa?

Nessuna spiegazione e tante possibili cause!

La parola autoimmune mi bloccava qualsiasi altro pensiero!

Dopo un mese ho preso coscienza della nostra realtà accettando la convivenza con la malattia, cercando di non drammatizzare la vita della bimba per il suo bene.

Non è facile, bisogna lottare per i nostri figli che, con questa malattia, si sentono diversi.

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Cara Giusy,

quello che ti sei chiesta tu ce lo siamo chiesti in diversi tra babbi e mamme di bambini diabetici (e non solo).

Perché?

Cosa ho fatto di sbagliato per causare questo?

Qual è la mia colpa?

Quando ero incinta, mi ricordo, ero subissata da notizie, avvertimenti, articoli, su ricerche su questo o quell’altro comportamento che una futura mamma doveva attenersi ad avere durante la gravidanza. Ricerche sugli effetti delle tinture per capelli, sul Wi-fi, sul cellulare, sulla troppa attività fisica, sulla troppa poca attività fisica.

Lo smalto per le unghie! Quello era bene non sniffarlo, si leggeva. Ma chi ci pensa a fare una cosa del genere?

Le malattie, purtroppo, ci accadono e, a ritroso, per quanto vogliamo sentirci responsabili, sappiamo bene che abbiamo fatto tutto il meglio per i nostri figli e, in finale, non possiamo veramente rimproverarci nulla.

La malattia arriva da una serie di fattori shakerati tra loro e di cui poco possiamo prevedere l’esito.

Mi fa male leggere la tua ultima frase: “I nostri figli si sentono diversi”, si, è vero, non posso negartelo, soprattutto da ex bambina col diabete. Ma, e allora? Sembra che tu connoti in maniera negativa questa diversità.

Io vedo, ovunque, persone diverse e differenti, indipendentemente dal diabete, e in questo, io, mi sono sentita sempre di poter avere il diritto di essere la mia diversità, senza provare infelicità, anche da piccina. E voglio rassicurarti che, anche se “diversi” si può essere felici, basta essere sempre molto orgogliosi di se stessi e non identificarsi totalmente col diabete.

La malattia non è una nostra “colpa“, ma una cosa che c ‘è capitata, e, nel caso del diabete, può camminare vicino a noi provando a farcela “amica”. Ti auguro di trovare tutta la serenità che meriti ed essere forte anche quando la società proverà a farti credere (sbagliando) che bisogna essere tutti sani e perfetti, quando invece tua figlia è perfetta cosi com’è, anche con quella rottura di scatole del diabete.

Devi esserne convinta, anche tua figlia lo sarà.

Un abbraccio grande da una vecchia diabetica primitiva!

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