Pochi giorni fa, mi è capitato di incappare in una conversazione sull’avere il diabete ed essere esattamente come gli altri. L’amico con cui discutevo, che ha il figlio con il diabete, sosteneva che, a parte il fastidio, soprattutto da adulti, di fare le visite mediche e nel lavoro, una persona con il diabete è uguale ad un’altra che non ce l’ha.

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In parte sì e in parte no!

Dal punto di vista lavorativo, anche se le persone con il diabete e le persone senza, hanno le stesse capacità, può succedere che a causa dell’ipoglicemia e dell’iperglicemia, se si presenta a scuola o a lavoro, le prestazioni vengano inficiate.

Abbiamo discusso un po’ e mi sono innervosita. L’idea dello sminuire la patologia non mi piace però non mi piace nemmeno fare la vittima.

Non devo dimostrare a nessuno di essere Wonder Woman anche se sono in ipoglicemia.

Il diabete fa parte di me, non è qualcosa da sfidare continuamente per convincere qualcuno che io sia uguale agli altri. Faccio tutto quello che desidero ma non posso dire che se mi capita un’ipoglicemia durante il lavoro, non mi penalizzi rispetto a chi non ha il diabete.

Per cui ho capito una cosa dal discorso tra me e il mio amico. E’ inutile guardare sempre a cosa può renderci uguali agli “altri”. Gli “altri” avranno altri problemi. Ognuno ha i suoi problemi. E ognuno ha il diritto di essere come è. Con o senza il diabete.

Perché questa ossessione dell'essere tutti uguali?

Voi cosa dite?

Scrivetemi la vostra storia.

Io vi racconterò la mia!

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