Secondo uno studio indiano, pubblicato su “Diabetes Research and Clinical Practice”, quando il diabete di Tipo 2 si manifesta in età giovanile provoca più complicanze del diabete di Tipo 1, complici una minore aderenza alla terapia e una diagnosi poco tempestiva.
Quando si manifesta in età giovanile, il diabete di Tipo 2 comporta un rischio maggiore di complicanze microvascolari e può presentare un decorso più aggressivo rispetto al diabete di Tipo 1. Questa la conclusione di una ricerca condotta in India da Anandakhumar Amutha della Madras Diabetes Research Foundation e colleghi.
Lo studio, pubblicato su Diabetes Research and Clinical Practice, ha coinvolto 108 partecipanti con diabete di Tipo 1 e 90 con diabete di Tipo 2, che al momento della diagnosi (tra i 10 e i 25 anni di età), non presentavano complicanze dovute alla patologia di base.
«Rispetto ai partecipanti con diabete di Tipo 1, a insorgenza giovanile, i pazienti con diabete di Tipo 2 con esordio in giovane età hanno presentato un rischio 2,11 volte più alto di sviluppare una complicanza correlata alla malattia, e questo risultato è stato ottenuto principalmente dalle complicanze microvascolari», affermano gli autori. Si può ipotizzare che il diabete di Tipo 2 possa restare ignorato per un periodo di tempo più lungo prima della diagnosi rispetto al diabete di Tipo 1. Inoltre, le persone con diabete di Tipo 2 hanno generalmente un peggiore controllo glicemico rispetto a quelle con diabete di Tipo 1. L’aumento di rischio, rispetto ai pazienti con diabete di Tipo 1, si è però verificato anche se il gruppo con diabete di Tipo 2 ha mostrato durante il follow up maggiori miglioramenti nell’assetto lipidico e minore aumento di peso, circonferenza della vita e pressione arteriosa, il che ha fatto pensare a un decorso più aggressivo della malattia per sua natura. In attesa di ulteriori studi, i ricercatori sottolineano che, pur essendo i risultati limitati a una popolazione e quindi non sicuramente generalizzabili, è opportuno prestare una maggiore attenzione ai giovani con storia familiare di diabete, obesità o marker di insulino resistenza e di offrire un controllo più puntuale in caso di sviluppo della malattia.