Uno studio canadese ha evidenziato come un supporto strutturato per i giovani con diabete di Tipo 1 che passano dall’assistenza pediatrica a quella dell’adulto può migliorare frequenza clinica, controllo glicemico, qualità della vita e soddisfazione nei confronti delle cure.
Un supporto strutturato, per i giovani con diabete di Tipo 1 che passano dall’assistenza pediatrica a quella dell’adulto, può migliorare alcuni parametri quali la frequenza di visite cliniche, il controllo glicemico, la qualità della vita e la soddisfazione nei confronti delle cure, ma tali benefici non sono sostenuti dopo il completamento dell’intervento.
Lo evidenzia uno studio multicentrico canadese pubblicato su Diabetes Care. Gli Autori hanno assegnato in modo casuale 205 giovani adulti (di età compresa tra i 17 e i 20 anni) con diabete di Tipo 1 a un programma di transizione o a terapia standard. Il programma di transizione ha previsto l’intervento di un coordinatore del passaggio ed è durato 18 mesi (6 mesi di cure pediatriche e 12 mesi di assistenza da adulti).
I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti inclusi nel programma di transizione avevano una frequenza di visite cliniche più elevata, una maggiore soddisfazione per la cura e meno angoscia correlata al diabete rispetto a quelli che avevano seguito una terapia standard. C’è stata anche una tendenza verso il miglioramento dell’emoglobina glicata (HbA1c) associata al programma di transizione. Alla fine del follow-up, non ci sono state differenze tra i gruppi per quanto riguarda la partecipazione alle visite cliniche, la variazione media di HbA1c, la soddisfazione per la cura,
l’angoscia legata al diabete o la qualità della vita. Gli Autori auspicano che i risultati di questo trial
controllato randomizzato possano offrire una soluzione più completa e prolungata per la transizione.