Uno studio americano pubblicato sulla rivista “JAMA” mostra la tendenza del diabete gestazionale nell’ultimo decennio
L’incremento del diabete gestazionale nella popolazione femminile degli Stati Uniti non è uguale per tutti i gruppi etnici, lo spiegano nel dettaglio gli autori di uno studio pubblicato recentemente su JAMA. In questo studio sono stati analizzati alcuni dati del National Center for Health Statistics relativi a oltre 12 milioni di donne americane tra i 15 e 44 anni le quali hanno avuto la prima gravidanza tra il 2011 e il 2019.
Da questa ricerca emerge un incremento generale nei tassi di diabete gestazionale nell’ultimo decennio, dai 47,6 casi per 1000 nati nel 2011 ai 63,5 casi ogni 1000 nati nel 2019 con un cambiamento medio annuo del 3,7%.
Entrando nel dettaglio si può notare una sostanziale disparità nei tassi tra le diverse etnie, in particolar modo le donne di origine indiana hanno registrato nel 2019 i tassi più elevati in assoluto con un cambiamento da 90,8 casi ogni 1000 nati a 129,1.
Le differenze nei fattori di rischio tra le diverse etnie potrebbero avere un ruolo fondamentale, dalle abitudini alimentari alle condizioni socio economiche, dal livello d’istruzione all’età della madre durante la gestazione, dalle differenze culturali a quelle genetiche. Sicuramente possiamo affermare che l’aumento dei casi di diabete gestazionale sia strettamente legato all’incremento dell’obesità, della sedentarietà e delle cattive abitudini alimentari.
Inoltre, è importante sottolineare che ciò che è stato descritto in questo studio non è legato esclusivamente allo scenario degli Stati Uniti, in Italia, infatti, la situazione è molto simile, tanto che, secondo i dati del Ministero della Salute, circa il 7% delle gravidanze ogni anno è complicato dal diabete gestazionale. L’aumento dell’incidenza di diabete Tipo 2 nelle donne in età fertile potrebbe portare, nei prossimi anni, un aumento significativo di casi di diabete gestazionale.