Il dosaggio dell’emoglobina glicata è un parametro che si può utilizzare per scoprire un eventuale diabete post-partum in donne che avevano manifestato in precedenza un diabete gestazionale. Lo sostiene uno studio pubblicato su “Diabetic Medicine”.
Per effettuare la diagnosi di diabete post-partum, il dosaggio dell’emoglobina glicata (HbA1c) è un parametro da utilizzare, soprattutto nel caso di donne che avevano manifestato in precedenza un diabete gestazionale.
Lo sostiene uno studio del Bundang Medical Center, in Corea del Sud, pubblicato su Diabetic Medicine e coordinato da Seok Won Park, che spiega: «Lo scopo di questo studio era di valutare se le donne con diabete mellito gestazionale possano essere sottoposte a screening con HbA1c per verificare il compenso metabolico a 6-12 settimane dopo il parto».
Fra l’ottobre 2005 e il dicembre 2013 i ricercatori hanno arruolato 699 donne in gravidanza con diagnosi di diabete gestazionale. Le donne sono state sottoposte, fra le 6 e le 12 settimane dopo il parto, al test da carico orale con 75 grammi di glucosio e al dosaggio dell’HbA1c.
Ne è emerso che se per una diagnosi accurata l’HbA1c non è un parametro sufficientemente sensibile, è invece altamente specifico per la diagnosi di diabete nelle donne già affette da diabete gestazionale.
«Applicando i criteri soglia dell’American Diabetes Association», ha precisato il ricercatore, «la sensibilità e la specificità dell’HbA1c nella diagnosi del diabete manifesto sono risultate rispettivamente del 19,4% e del 98%».
In conclusione lo screening eseguito a 6-12 settimane dopo il parto usando l’HbA1c potrebbe non essere sufficientemente sensibile per una diagnosi accurata, ma è altamente specifico per la diagnosi di diabete manifesto nelle donne con precedente diabete mellito gestazionale. «Pertanto nelle donne con pregresso diabete gestazionale e HbA1c inferiore a 6.5% a 6-12 settimane dopo il parto, il dosaggio del glucosio, scomodo e laborioso, potrebbe non essere impiegato», conclude Park.