L’importanza della compliance nel trattamento del diabete di Tipo 2 per ottenere il miglioramento dei risultati a lungo termine è stata posta al centro di una metanalisi pubblicata di recente su “Diabetes Care”.
Ipoglicemia severa
Secondo uno studio apparso su Diabetes Care, condotto da ricercatori della Case Western Reserve University di Cleveland (USA), l’ipoglicemia severa è ancora un meccanismo difficile da controllare per le persone con diabete di Tipo 1.
«Durante lo studio Diabetes Control and Complications Trial (DCCT)», confermano gli Autori, «la terapia intensiva del diabete con il raggiungimento di una HbA1c media di circa il 7% è stata associata a un aumento di tre volte del tasso di ipoglicemia severa, definita come ipoglicemia che necessita di assistenza da terzi, rispetto alla terapia convenzionale per il diabete con una HbA1c media del 9%. Dopo un follow-up di circa 30 anni, abbiamo studiato l’incidenza di ipoglicemia severa nello studio DCCT, in particolare nella coorte Epidemiology of Diabetes Inverventions and Complications (EDIC)».
Le percentuali di ipoglicemia grave sono state segnalate con cadenza trimestrale durante lo studio DCCT e annuale durante lo studio EDIC, e inoltre sono stati valutati nel tempo anche i fattori di rischio che hanno influenzato il livello di ipoglicemia severa.
Risultati e rischio di ipoglicemia
La metà dei partecipanti a entrambi gli studi ha manifestato episodi di ipoglicemia grave. Nel corso di EDIC, i tassi di ipoglicemia severa sono diminuiti notevolmente nell’ex gruppo di trattamento intensivo DCCT ma sono aumentati nel gruppo precedentemente trattato in maniera convenzionale e, conseguentemente, si sono avuti tassi simili con un rischio relativo di 1,12. Inoltre un episodio ipoglicemico rappresentava un forte predittore per un successivo episodio ipoglicemico.
Nel DCCT alcuni elementi a favore dell’aumentato rischio di ipoglicemia grave erano rappresentati dall’età adolescenziale e da bassi valori di emoglobina glicata (HbA1c) viceversa, l’uso del microinfusore insulinico era associato a un rischio minore di ipoglicemia grave. Con il passare del tempo, i tassi fra i due gruppi di trattamento si sono livellati, così come i livelli di HbA1c.
«Saranno necessari ulteriori progressi nella terapia insulinica, nel monitoraggio in continuo del glucosio e nel supporto educazionale per ridurre il rischio di ipoglicemia severa nei pazienti con diabete di Tipo 1», concludono gli Autori.