Un gruppo di ricercatori australiani ha pubblicato sul BMJ Open Diabetes Research & Care uno studio che dimostra che l’aumento globale dei casi di diabete di Tipo 1 è direttamente collegato con i progressi dell’assistenza medica.
Secondo un documento, scritto da un gruppo di ricercatori australiani e pubblicato dal BMJ Open Diabetes Research & Care, l’aumento globale dei casi di diabete di Tipo 1 è direttamente collegato con i progressi dell’assistenza medica: aumenta l’aspettativa di vita, di conseguenza, con la base genetica della malattia, aumenta la probabilità di vederla passare da una generazione a quella successiva.
I ricercatori, coordinati da Wen-Peng You, dell’Università di Adelaide, hanno esaminato la prevalenza di diabete di Tipo 1 in 118 paesi e i cambiamenti nella aspettativa di vita dal 1950 al 2010.
Nel corso della ricerca hanno applicato ai dati il Biological State Index (un indice che tiene conto delle caratteristiche quali-quantitative del materiale ereditario, dell’ambiente e dei fenomeni culturali) e hanno scoperto che il rapido aumento dei casi di diabete di Tipo 1 nel corso degli ultimi decenni è stato direttamente collegato con l’incremento della speranza di vita, soprattutto nei paesi occidentali.
«Fino al ventesimo secolo, il diabete di Tipo 1 portava alla morte le persone durante la loro infanzia, adolescenza o comunque prima dei venti anni», dice Wen-Peng You, «Questo significa che c’era una limitata opportunità per queste persone di avere figli e di passare il loro materiale genetico alle generazioni future.
In termini evolutivi, questo è quello che noi chiamiamo “selezione naturale”. Tuttavia, con l’introduzione diffusa dell’insulina dal 1920 in poi, e i miglioramenti nella medicina moderna, l’aspettativa di vita per le persone con diabete di Tipo 1 è ora aumentato a circa 69 anni di media».
I casi di diabete di Tipo 1 sono aumentati a livello globale, ma la sua prevalenza non è uniforme nelle diverse parti del mondo, probabilmente perché non tutti i paesi hanno accesso a una buona assistenza sanitaria.
Questo studio di dati riguarda solo il diabete di Tipo 1 e non ha alcuna rilevanza per il diabete di Tipo 2.