Secondo uno studio canadese che ha coinvolto 126 giovani donne con diabete di Tipo 1, i disturbi alimentari sono più frequenti e persistenti nelle ragazze con diabete.
Uno studio longitudinale canadese, durato 14 anni, ha riscontrato come i disordini alimentari siano particolarmente frequenti e persistenti nelle ragazze con diabete di Tipo 1. Le conclusioni dello studio sono state pubblicate su Diabetes Care.
«Le donne e le ragazze con diabete di Tipo 1», afferma la prima autrice dello studio, Patricia Colton del Dipartimento di Psichiatria alla University Health Network di Toronto, «sono ad aumentato rischio di sviluppare disordini alimentari e disturbi del comportamento alimentare quali il digiuno forzato, l’alimentazione compulsiva e una serie di comportamenti intermedi che non solo possono interferire con la gestione ottimale del diabete, ma sono spesso associati a gravi complicanze legate al diabete di Tipo 1».
Lo studio ha riguardato una coorte di 126 ragazze con diabete di Tipo 1, tutte in una fascia di età in cui questi disturbi sono più frequenti. Le partecipanti sono state sottoposte a una serie di valutazioni, basate su interviste individuali, del comportamento e della psicopatologia legata ai disturbi alimentari a partire da un’età media di circa 12 anni per finire a quasi 24.
«Al termine del follow-up il 32,4% delle ragazze soddisfaceva i criteri diagnostici di un disturbo alimentare e un ulteriore 8,5% era ai limiti della soglia per la diagnosi di un disturbo della condotta alimentare», spiega Colton, sottolineando che l’età media di esordio dei disturbi alimentari è stata di 22,6 anni e che le probabilità di comparsa di questi disturbi erano del 60% fino ai 25 anni. Mediamente queste ragazze hanno impiegato 4 anni per poter evidenziare una remissione nei disturbi del comportamento alimentare.
«Le ricerche future dovrebbero concentrarsi sullo sviluppo di strategie preventive e terapeutiche dei disordini alimentari nelle ragazze con diabete di Tipo 1», concludono i ricercatori. Le ragazze con diabete di Tipo 1 andrebbero dunque monitorate non solo per tenere sotto controllo la loro glicemia, ma anche per prevenire la comparsa dei disturbi del comportamento alimentare.