Una nuova classificazione del diabete di Tipo 2, che ne individua cinque sottogruppi, renderà più facile prevenire le complicanze e costruire una terapia su misura. Lo sostiene uno studio svedese pubblicato su “Lancet Diabetes & Endocrinology”.

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Diabete Tipo 2 e sottogruppi
Uno studio svedese individua 5 diversi sottogruppi di persone con diabete di Tipo 2. Lo studio parte dalla premessa che il diabete è attualmente classificato in due forme principali, il diabete di Tipo 1 e di Tipo 2, ma che il diabete di Tipo 2 in particolare è altamente eterogeneo. Una classificazione raffinata potrebbe fornire un potente strumento per individualizzare i regimi di trattamento e identificare le persone con un aumentato rischio di complicanze alla diagnosi.

Gli Autori hanno pubblicato la loro nuova classificazione del diabete di Tipo 2 su Lancet Diabetes & Endocrinology.

I ricercatori svedesi hanno attinto ai dati della coorte Swedish All New Diabetics in Scania, individuando 8.980 casi di diabete appena diagnosticato. Questi casi sono stati raggruppati in sei cluster diversi, definiti in base a sei variabili: anticorpi anti-decarbossilasi dell’acido glutammico (GAD), età alla diagnosi, indice di massa corporea (BMI), emoglobina glicata, valutazione della funzione beta-cellulare e dell’insulino-resistenza.

Queste variabili sono state correlate ai dati successivamente registrati per queste persone rispetto allo sviluppo di complicanze e di prescrizione di farmaci.

Analisi dei dati e risultati
I dati sono stati quindi replicati su tre coorti indipendenti (Scania Diabetes Registry, 1.466 partecipanti; All New Diabetics in Uppsala, 844 partecipanti; Diabetes Registry Vaasa, 3.485 partecipanti).

Dall’analisi di questi dati i ricercatori svedesi hanno individuato 5 gruppi di pazienti con diabete (cluster 1: SAID = severe autoimmune diabetes; cluster 2: SIDD = severe insulin-deficient diabetes; cluster 3: SIRD = severe insulin-resistant diabetes; cluster 4: MOD = mild obesity-related diabetes; cluster 5: MARD = mild age-related diabetes), con caratteristiche peculiari e diverso rischio di sviluppare complicanze correlate al diabete.

I soggetti attribuiti al cluster 3 (quello caratterizzato dalla maggior resistenza all’insulina) ad esempio presentano un maggior rischio di nefropatia diabetica, rispetto ai soggetti inclusi nei gruppi 4 e 5.

Il cluster 2 (caratterizzato dal deficit insulinico) è invece quello che mostra il maggior rischio di retinopatia.

Questa nuova sottostratificazione potrebbe aiutare a personalizzare e indirizzare il trattamento precoce ai pazienti che ne trarrebbero maggior beneficio, rappresentando quindi un primo passo verso la medicina di precisione nel diabete.

La speranza è dunque che si cominci a tener presenti queste differenze e si possa arrivare a prescrivere una terapia su misura rispetto alle peculiarità delle persone con diabete di Tipo 2.

Fonte: E Ahlqvist et al. Lancet Diabetes & Endocrinology. Published online March 1, 2018.

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