Iniziare lo screening per il diabete all’età di 35 anni aumenterebbe in numero di persone da coinvolgere secondo un’analisi dei dati del National Health and Nutrition Examination Survey pubblicata sulla rivista JAMA.
Negli Stati Uniti lo screening, la prevenzione e il trattamento del diabete nei pazienti più giovani non è ottimale, così per facilitare il rilevamento e il trattamento precoce, la US Preventive Services Task Force (USPSTF) e l'American Diabetes Association (ADA) hanno recentemente abbassato l'età consigliata per iniziare lo screening del diabete a 35 anni. Per valutare l’impatto delle nuove raccomandazioni, i ricercatori hanno analizzato i dati di 4.836 adulti di età superiore a 20 anni che hanno partecipato al sondaggio NHANES tra il 2015 e il 2020 che non avevano una storia di prediabete o diabete. Sono stati inclusi nello studio i 4.480 soggetti (età media 45,6 anni, 51,2% donne) dei quali erano disponibili i valori di emoglobina glicata (HbA1c), glicemia a digiuno e indice di massa corporea (BMI).
Le linee guida per lo screening si basavano sul primo anno in cui sono state introdotte le nuove raccomandazioni:
USPSTF 2015: età da 40 a 70 anni, BMI ≥25
USPSTF 2021: età da 35 a 70 anni, BMI ≥25
ADA 2003: età di almeno 45 anni, BMI ≥25 e uno o più fattori di rischio
ADA 2022: età di almeno 35 anni, BMI ≥25 e uno o più fattori di rischio
Dai risultati dell’analisi emerge che in generale l'idoneità allo screening passerebbe dal 36,3% al 43% se si confrontano le raccomandazioni del 2015 e del 2021 della USPSTF, mentre dal confronto tra le linee guida 2003 e 2022 dell'ADA l'idoneità aumenterebbe dal 76,7% a un 82,9%. Per i soli soggetti con prediabete non diagnosticato, l'idoneità allo screening passerebbe rispettivamente dal 50,1% al 56,2% (USPSTF) e dall'89,4% al 93,7% (ADA), mentre per gli adulti con diabete non diagnosticato, aumenterebbe dal 58,7% al 67,8% (USPSTF) e 97,6% al 99,1% (ADA).
I ricercatori quindi si auspicano di ampliare l’accesso allo screening a milioni di giovani adulti statunitensi, attraverso l 'inizio dello screening del diabete all'età di 35 anni: questa strategia più inclusiva, infatti, potrebbe dare dei risultati positivi data l'elevata prevalenza di prediabete e diabete. Saranno però fondamentali l'ampliamento dell'accesso all'assistenza sanitaria, lo sviluppo di una sensibilizzazione mirata per le persone ad alto rischio e il ridimensionamento dei programmi di prevenzione.