Secondo uno studio statunitense, le misure di prevenzione del diabete non sono completamente utilizzate. È importante non solo renderle note a tutte le persone a rischio ma anche migliorarne l’accessibilità.
Secondo uno studio pubblicato su JAMA Network Open, negli Stati Uniti le misure di prevenzione del diabete sono sottoutilizzate, per questo sono necessari gli sforzi coordinati delle organizzazioni nazionali statunitensi per attuare programmi di modifica dello stile di vita basati sull’evidenza e si raccomandano lo screening per il diabete, e una consulenza per perdita di peso e corretti stili di vita negli adulti ad alto rischio di sviluppare il diabete di Tipo 2.
Ci sono ancora importanti lacune nella fornitura di consulenza e nell’invio agli specialisti per la prevenzione del diabete negli adulti ad aumentato rischio di diabete di Tipo 2. Si riscontrano inoltre bassi livelli di impegno da parte di queste persone nei programmi o nelle attività mirate alla riduzione del rischio stesso.
Nel corso dello studio sono stati intervistati 50.912 adulti (che rappresentavano 223,0 milioni di adulti a livello nazionale) di 18 anni o più (età media, 46,1).
Della popolazione rappresentata, il 36,0% (80,0 milioni) aveva una diagnosi medica di prediabete (17,9 milioni), o un punteggio di rischio elevato (73,3 milioni) in base ai parametri dell’American Diabetes Association (ADA) o entrambi (11,3 milioni).
Solo il 73,5% delle persone con diagnosi di prediabete aveva ricevuto consigli o raccomandazioni dal proprio medico per il ridurre il rischio di diabete, di questi poi dal 35% (95% CI, 30.5%-39.8%) al 75.8% (95% CI, 73.2%-78.3%) era stato inserito in un programma volto alla perdita di peso o all’incremento dell’attività fisica nell’ultimo anno.
Metà degli adulti con un rischio aumentato secondo criteri ADA ma senza diagnosi di prediabete
(50.6%; 95% CI, 49.5%-51.8%) riferiva di avere ricevuto dei consigli sulla riduzione del rischio e/o erano stati reinviati dal proprio medico, di questi dal 33.5% (95% CI, 30.1%-37.0%) al 75.2% (95% CI, 73.4%-76.9%) riferiva di essere stato inserito iin in un programma volto alla perdita di peso o all’incremento dell’attività fisica.
La partecipazione ai programmi di prevenzione per il diabete era estremamente bassa. Tuttavia i consigli da parte di un operatore sanitario, la fascia di età compresa tra 45 e 64 anni, il livello di istruzione più elevato, lo stato di assicurazione sanitaria, il diabete gestazionale, l’ ipertensione e l’ obesità sono stati associati a un maggiore coinvolgimento nei programmi di riduzione del rischio/ di incremento dell’attività fisica...
Gli Autori concludono sottolineando l’importanza di rendere note a tutte le persone a rischio le strategie per la prevenzione del diabete e auspicano che medici e politici lavorino insieme per migliorare l’accessibilità a tali strategie.