Secondo uno studio inglese, pubblicato sulla rivista “Diabetologia”, nei teenager più giovani e fisicamente più attivi si riduce il picco di resistenza all’insulina che si riscontra negli anni dell’adolescenza.
Secondo un recente studio inglese, pubblicato su Diabetologia, alti livelli di esercizio fisico durante i primi anni dell’adolescenza ridurrebbero il rischio di sviluppare il diabete di Tipo 2.
«La tendenza delle cellule a non rispondere all’azione dell’insulina è alla base dello sviluppo del diabete di Tipo 2», spiega il coordinatore dello studio, Brad Metcalf dell’Università di Exeter in Inghilterra, sottolineando come l’insulino-resistenza ha un picco tra i 9 e i 13 anni per poi scendere fino ai 16 anni.
La ricerca ha coinvolto 300 bambini e bambine, a partire dai 9 fino ai 16 anni, che sono stati sottoposti ogni anno a una serie di esami per valutare il buon funzionamento metabolico: pressione arteriosa, indice di insulino-resistenza, glicemia a digiuno, emoglobina glicata e lipidi.
«Abbiamo anche misurato il livello di attività fisica dei giovani coinvolti nella ricerca», spiega Metcalf, «per valutarne l’effetto sulla resistenza all’insulina».Lo studio ha dimostrato che il picco di insulino-resistenza a 13 anni era del 17% più basso negli adolescenti più attivi dal punto di vista fisico, indipendentemente dalla percentuale di grasso corporeo e dal fatto che la pubertà fosse già arrivata oppure no, rispetto ai meno attivi.
«Questa differenza diminuiva progressivamente nei successivi 3 anni e spariva completamente a 16 anni», precisa Metcalf. «Questo dato però non significa che a 16 anni i ragazzi non abbiano più bisogno di svolgere attività fisica: sono molti infatti i benefici sulla salute legati all’esercizio a qualunque età».
I ricercatori ritengono clinicamente interessante il dato dell’attenuazione del picco dell’insulino-resistenza con l’attività fisica svolta nella prima adolescenza. Resta però da approfondire come la temporanea attenuazione dell’insulino-resistenza durante la adolescenza “attiva” abbia implicazioni sullo sviluppo del diabete e generalmente sulla salute metabolica.