Secondo uno studio, pubblicato su “Chronobiology International”, che ha monitorato lo stato di salute di oltre 400mila persone, i “gufi”, quelli che vanno a letto tardi e si svegliano tardi, hanno il 30% in più di rischio di soffrire di diabete mellito.
I pro di alzarsi presto
Le persone abituate a svegliarsi presto al mattino vivono più a lungo e si ammalano meno, anche di diabete mellito, rispetto a quelle che vanno a letto tardi e che la mattina hanno difficoltà a svegliarsi. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Chronobiology International, che ha coinvolto 433.268 persone, dai 38 ai 73 anni.
I ricercatori hanno diviso il campione in 4 sottogruppi a seconda di quanto ciascuno fosse tendenzialmente mattiniero o nottambulo, con quattro diversi livelli: i decisamente mattinieri (le “allodole”), i moderatamente mattinieri, i moderatamente nottambuli e i decisamente nottambuli (i “gufi”).
Meglio allodole che gufi
Monitorando lo stato di salute dei partecipanti per 6 anni e mezzo, gli studiosi statunitensi hanno calcolato che i “gufi” hanno mediamente il 10% in più di rischio di morte per qualsivoglia causa rispetto alle “allodole”.
Inoltre, rispetto alle allodole, i gufi hanno il 30% in più di rischio di soffrire di diabete, circa il doppio di rischio di soffrire di un qualche disturbo psicologico, il 23% di rischio in più di malattie respiratorie, il 22% in più di disturbi gastrointestinali. L’aumentato rischio di mortalità nei gufi pare sia riconducibile, secondo gli scienziati, a fattori di rischio comportamentali, psicologici e fisiologici, molti dei quali potrebbero essere riconducibili a un disallineamento cronico tra il timing fisiologico interno e quello imposto dall’esterno dal lavoro e dalle attività sociali.
Quanto emerso suggerisce la necessità di trovare possibili strategie di intervento volte a modificare i ritmi circadiani negli individui o a consentire maggiore flessibilità negli orari lavorativi ai nottambuli.