L’importanza di migliorarne la durata e la qualità.
Una cattiva qualità del sonno notturno può influenzare la capacità di controllare l’assunzione di cibo e regolare i livelli di glucosio nel sangue, con la conseguente comparsa di disturbi metabolici come diabete mellito di Tipo 2 ed obesità.
Dato che gli studi che lo affermano sono ormai innumerevoli, una ricerca tedesca, apparsa lo scorso marzo su The Lancet Diabetes & Endocrinology, propone di elaborare nuove strategie di prevenzione e di trattamento delle patologie metaboliche, basate sul ripristino di una buona qualità del sonno. Studi sperimentali confermano che la reazione del corpo alla perdita di sonno notturno induce il fenomeno della resistenza all’insulina, l’ormone che regola i livelli di glucosio nel sangue.
Quando è presente il fenomeno di resistenza insulinica, l’ormone non riesce a metabolizzare in modo efficace il glucosio che si accumula nel sangue aumentando così i valori di glicemia. «Questi risultati aprono nuove strategie per poter effettuare interventi mirati allo stato pandemico attuale di sindrome metabolica e di malattie correlate», affermano gli autori che hanno analizzato i lavori scientifici presenti in letteratura sul legame tra sonno e diabete.
«Gli studi in corso e quelli futuri mostreranno se gli interventi per migliorare la durata e la qualità del sonno possono prevenire o addirittura avere potenziale terapeutico in caso di sindrome metabolica. Nel frattempo, sulla base delle prove esistenti, si può raccomandare agli operatori sanitari di motivare i loro pazienti a godere di un sonno sufficiente e ristoratore durante la notte».