Il trattamento psicologico e farmacologico della depressione non migliora automaticamente il controllo glicemico nelle persone con diabete di Tipo 1 e 2.
Secondo lo studio DAD (Diabetes And Depression), un trial multicentrico tedesco pubblicato di recente su Diabetes Care, sia la terapia cognitivo-comportamentale specifica per il diabete sia il trattamento farmacologico con sertralina sono efficaci nel ridurre la depressione associata a un diabete scarsamente controllato, ma non servono a migliorare il controllo glicemico.
«Il miglioramento dell’umore, da solo, non si traduce automaticamente in un miglioramento del controllo del diabete», ha detto il primo firmatario dello studio, Frank Petrak, della Ruhr-Universität Bochum, in un’intervista.
I ricercatori tedeschi hanno condotto uno studio iniziale su 251 persone con diabete di Tipo 1 o 2 scarsamente controllato e, contemporaneamente, con depressione maggiore. Queste persone sono state assegnate in modo casuale al trattamento della depressione con la terapia cognitivo-comportamentale o con sertralina.
Dopo questa prima fase, durata 12 settimane, 112 pazienti che hanno risposto al trattamento (quelli, cioè, che hanno mostrato una riduzione di almeno il 50% del punteggio della Hamilton Depression Rating Scale) hanno continuato lo studio.
Queste persone hanno proseguito per un anno la loro terapia standard per il diabete e quelle sottoposte originariamente alla terapia per la depressione cognitivo-comportamentale sono state incoraggiate a far ricorso alla biblioterapia, mentre quelle originariamente trattate con sertralina hanno continuato ad assumere questo antidepressivo.
Alla fine dello studio, la depressione era migliorata in entrambi i gruppi, anche se in misura significativamente maggiore nel gruppo trattato con sertralina. Tuttavia, in nessuno dei due gruppi i ricercatori hanno osservato alcun cambiamento significativo rispetto al controllo glicemico.
«Il controllo glicemico molto scarso», sostengono Petrak e i colleghi, «è rimasto pressoché invariato durante l’intero studio in entrambi i gruppi di trattamento».