Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista “Occupational & Environmental Medicine”, ha dimostrato come l’esposizione al rumore del traffico possa aumentare il rischio di soffrire di obesità.

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Se un recente studio condotto a Boston sulla comunità portoricana ha messo in evidenza come l’inquinamento atmosferico favorisca uno stato infiammatorio cronico nelle persone con diabete in trattamento con insulina, questa ricerca, invece, pubblicata sulla rivista Occupational & Environmental Medicine, si occupa della associazione tra inquinamento acustico e obesità.

Lo studio, condotto da Charlotta Eriksson del Karolinska Institutet di Stoccolma, ha preso in esame un campione di 5.075 svedesi, uomini e donne, fra i 43 e i 66 anni, seguendoli dal 2002 al 2006, con lo scopo di verificare l’effetto dell’esposizione al rumore del traffico sul rischio obesità.

La ricerca ha dimostrato come, nel giro di quattro anni, quando si è sottoposti in modo continuo a rumori che superano i 45 decibel, un rumore paragonabile a quello prodotto da una conversazione, si verifica un allargamento della circonferenza vita. Più precisamente, l’aumento è di circa 0,2 centimetri per ogni aumento di 5 decibel se il rumore proviene dal traffico stradale, di 0,4 centimetri se dal traffico ferroviario e di 0,9 se dal traffico aereo.
La conseguenza dell’allargamento della circonferenza vita è anche un aumento del rischio di ammalarsi di diabete di Tipo 2.

I ricercatori hanno sottoposto i partecipanti a questionari per ottenere informazioni su stile di vita e salute e hanno anche chiesto dove vivevano a partire dal 1991. Dopo aver combinato queste informazioni con l’esposizione al rumore, hanno messo in relazione le diverse forme di rumore da traffico con misure come l’indice di massa corporea, la circonferenza vita e il rapporto vita-fianchi.

L’ipotesi formulata è che l’esposizione al rumore potrebbe far aumentare la produzione di cortisolo, ormone responsabile dell’aumento di grasso addominale.
La scoperta di questa associazione merita però ulteriori approfondimenti. Per esempio non va sottovalutato il fatto che il luogo dove vive una persona è connesso con il suo stato socio-economico e, di conseguenza, ai comportamenti più o meno virtuosi ad esso connessi.

Fonte: C Eriksson et al. Occupational & Environmental Medicine. Published online May 25, 2015.

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