Il consumo eccessivo di fruttosio, molto usato nelle bevande industriali, non solo contribuisce alla diffusione di obesità, di diabete di Tipo 2 e di malattie cardiovascolari ma, rispetto al glucosio, favorisce infiammazione e resistenza all’insulina.

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Il consumo eccessivo di tutti gli zuccheri semplici contribuisce alla diffusione di obesità, di diabete di Tipo 2 e di malattie cardiovascolari, ma il fruttosio, molto usato nelle bevande industriali, merita una particolare attenzione.
La tesi è sostenuta da una ricerca statunitense pubblicata in Mayo Clinic Proceedings. Si calcola che non meno del 75% di tutti i cibi confezionati siano addizionati anche con dolcificanti e che, secondo gli studiosi, il 13% della popolazione consumi almeno il 25% dell’apporto calorico totale sotto forma di zuccheri aggiunti con un’alta prevalenza di fruttosio.
Si calcola infatti che il consumo giornaliero medio di fruttosio, negli Stati Uniti, sia attualmente di 83,1 grammi per persona, valore presumibilmente sottostimato in quanto non sempre il contenuto di fruttosio è presente nelle etichette nutrizionali.
Il fruttosio, soprattutto quello contenuto nello sciroppo di mais, è molto utilizzato dall’industria per la maggiore economicità e un maggior potere dolcificante, ma a livello epatico favorisce l’accumulo di grasso nel fegato (steatosi epatica), il che provoca infiammazione e resistenza epatica all’insulina.
Va sottolineato che quando il fruttosio viene assunto sotto forma di frutta e di vegetali, non solo non si verifica alcun problema per la salute, ma si ottiene una protezione nei confronti del diabete e delle malattie cardiovascolari e una riduzione della mortalità.
Questo è dovuto alla bassa concentrazione di fruttosio negli alimenti naturali e alla presenza, negli stessi, di antiossidanti, fibre e altri composti capaci di rallentare l’assorbimento o di compensare il carico zuccherino.

Gli autori dello studio propongono che le linee guida dietetiche siano modificate per incoraggiare le persone a sostituire gli alimenti trasformati, carichi di zuccheri aggiunti e fruttosio, con cibi integrali come frutta e verdura. Inoltre, pensano che ci dovrebbero essere incentivi all’industria per indurla ad aggiungere meno zuccheri ai prodotti alimentari e alle bevande, soprattutto le varietà contenenti fruttosio.

Fonte: JJ DiNicolantonio et al. Mayo Clinic Proceedings. July 2015; 90(7): 984-991.

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