Secondo un recente studio prospettico, c’è un’associazione tra il consumo di probiotici nel primo anno di vita e il rischio di sviluppare diabete di Tipo 1. La loro introduzione ha un effetto positivo soprattutto nei neonati più piccoli di 3 mesi.
Un recente studio, lo studio Teddy, ha esaminato l’associazione tra il consumo di probiotici durante il primo anno di vita e il rischio di sviluppare immunità verso le cellule beta. Si tratta di uno studio prospettico di coorte che ha preso in esame per oltre dieci anni, a partire dal settembre 2004 fino all’ottobre 2014, bambini ad elevato rischio di sviluppare il diabete di Tipo 1, provenienti da 6 centri clinici (3 negli Stati Uniti e 3 in Europa). Complessivamente erano stati arruolati 8676 neonati mentre il campione finale era costituito da 7473 bambini.
I partecipanti hanno assunto probiotici, principalmente Lactobacillus e Bifidobacterium, in alimenti fortificati per lattanti o come supplementi, prima del primo mese di età, tra 1 e 3 mesi oppure tra 3 e 12 mesi. Ogni 3 mesi, tra i 3 e i 48 mesi di età, sono stati prelevati campioni di sangue per valutare la presenza di anticorpi contro le cellule beta. I risultati hanno dimostrato come l’assunzione precoce dei probiotici abbia un effetto positivo nei neonati.
L’utilizzo di probiotici, sostengono infatti i ricercatori, migliorerebbe la maturità della barriera intestinale, soprattutto nei primi 3 mesi di vita, un periodo durante il quale l’intestino è ancora particolarmente vulnerabile. Questi risultati però, precisano gli autori, devono essere confermati da ulteriori studi prima di raccomandare l’uso dei probiotici per la prevenzione del diabete di Tipo 1.