Combinare una prima colazione ricca con una cena leggera consente di controllare i picchi di zucchero nel sangue. Lo conferma uno studio condotto da ricercatori israeliani e svedesi.

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Uno studio, condotto da ricercatori israeliani e svedesi, ha confermato che consumare più calorie a colazione, quando la risposta glicemica al cibo è più bassa, e meno a cena, riduce in modo significativo i picchi di glucosio dopo i pasti e i livelli di glucosio durante il giorno.

Lo studio è stato condotto su otto uomini e dieci donne tra i 30 e i 70 anni con diabete di Tipo 2. Ai partecipanti, divisi in due gruppi, è stata assegnata una dieta, scegliendola casualmente tra le due possibili: la prima prevedeva una colazione più sostenuta e una cena molto leggera, mentre la seconda al contrario prevedeva una colazione leggera e una cena sostenuta. Le calorie proposte per il pranzo erano le stesse. Ogni gruppo ha seguito la dieta per una settimana, trascorsa la quale, i ricercatori hanno prelevato del sangue a ogni partecipante al mattino, prima di effettuare la colazione, seguito da altri 7 prelievi, fino a prima del pranzo. La stessa trafila si è seguita nel pomeriggio e dopo cena. A ogni prelievo si misurava il livello di glucosio, quello di insulina e il livello di peptide C, una proteina fondamentale per produrre l’insulina. Infine, è stato misurato anche il GPL-1, un ormone prodotto dall’intestino nel momento in cui si consumano i pasti.

Trascorse altre due settimane, i due gruppi hanno invertito il regime dietetico; dopo 7 giorni sono stati ripetuti gli esami del sangue.
Al termine di questa indagine è emerso che seguendo una dieta che prevedeva una colazione energetica la glicemia risultava ridotta di circa il 23%, mentre il livello di insulina si è dimostrato superiore del 33% rispetto ai valori registrati nei soggetti che avevano seguito l’altra dieta, quella con colazione “povera” e cena “ricca”.

I ricercatori suggeriscono dunque una dieta che preveda una ricca prima colazione ed un pranzo leggero e, ancora, che non è sufficiente dire al paziente cosa dovrebbe o non dovrebbe mangiare, occorre segnalarne anche la distribuzione temporale.

Fonte: D Jakubowicz et al. Diabetologia. Published online March 1, 2015.

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