I carboidrati sono l’unico gruppo di nutrienti in grado di influenzare nell’immediato e in modo significativo la glicemia. È possibile calcolare con una certa precisione quanti grammi di carboidrati sono presenti in un piatto, un pasto o una bevanda e su questa base stimare il numero di unità di insulina necessaria per metabolizzarli o “digerirli”.
La conta dei carboidrati (in inglese CHO Counting) passa attraverso quattro momenti o tappe:
- imparare a riconoscere gli alimenti che contengono i carboidrati
- conoscere la quantità di carboidrati contenuti in ogni alimento
- stimare il contenuto di carboidrati della singola porzione
- calcolare la dose di insulina in base all’apporto di carboidrati
il 90% degli alimenti che mangiamo sono presenti costantemente nella nostra alimentazione, il diario glicemico e alimentare può diventare così un vero manualetto di soluzioni, e aiutarci con le annotazioni che possono essere utili per costruire delle nostre regole.
Nel diabete tipo 1, la soluzione ideale sarebbe imparare ad effettuare il calcolo dei carboidrati per stabilire la più adeguata dose di insulina necessaria per il pasto che si sta per consumare: per imparare la tecnica del conteggio dei carboidrati è necessario frequentare dei corsi appositi organizzati dai team diabetologici.
Valutare le porzioni per la conta dei CHO
Stimare ‘a occhio’ il peso di una porzione non è immediato, soprattutto per chi non ha pratica di cucina. Il processo da seguire è però molto semplice: - si pesa l’alimento a crudo e a cotto e ci si fa l’occhio - si stima l’alimento a occhio nudo - si pesa l’alimento per verificare l’esattezza della propria stima.
Esistono diversi strumenti che possono aiutare, bilancia, brocche graduate, cucchiai, tazze, bicchieri ed infine usando le mani come paragone, ad esempio, se 60g di cibo cotto corrispondono ad un pugno o la mia mano aperta ad una fetta da 50g di pane, con un po’ di pratica posso avere indicazioni su quanto sto mangiando.
Quanti carboidrati
Questa parte del processo è puramente mnemonica. Se si esclude lo zucchero da cucina, ogni alimento è composto da carboidrati e da altri nutrienti (per esempio grassi, proteine e fibre). Alimenti diversi hanno, quindi, percentuali diverse di carboidrati. Occorre imparare a memoria alcune decine di equivalenze così sommando i carboidrati di ogni singolo alimento, ottengo una stima attendibile dei carboidrati totali presenti in quel pasto.
È importante comprendere che i carboidrati presenti nell’alimentazione costituiscono il principale fattore nel determinare il fabbisogno insulinico dei pasti: saper gestire l’insulina dei pasti, per ottenere un buon controllo della glicemia post-prandiale (a due ore dal pasto), vuole dire assumere la quantità corretta di insulina rapida (analoghi ad azione rapida, quindi lyspro, aspart, glulisina) che serve per “smaltire” la quota di carboidrati assunti durante il pasto.
Le etichette sono importantissime
Alcune riportano la percentuale in carboidrati per 100 grammi di prodotto altri per una ‘porzione’ (il cui peso è scelto dal produttore stesso in modo non standardizzato). Attenzione anche a non confondere i carboidrati con le calorie.