Molti adolescenti, in particolare ragazze, con diabete di Tipo 1 soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA). Lo rivelano i dati di un sondaggio online analizzati da ricercatori australiani e pubblicato su “International Journal of Eating Disorders”.
Lo studio condotto da un’équipe di ricercatori dell’Università Deakin in Australia ha valutato le risposte ad un sondaggio online nazionale, volto alla valutazione dei disordini del comportamento alimentare e del livello di insoddisfazione per il proprio corpo, al fine di individuare eventuali differenze di genere.
Lo studio ha coinvolto 477 adolescenti con diagnosi di diabete di Tipo 1 da più di un anno, di età compresa tra i 13 ai 19 anni (62% femmine),Tutti i partecipanti hanno completato il DEPS-R (Diabetes Eating Problem Survey-Revised), cioè il sondaggio che riguarda il problema alimentare e il diabete. Solo 431 partecipanti hanno anche completato il test di corrispondenza dell’Indice di Massa Corporea con la Silhouette, (BMI-SMT, Body Mass Index-Silhouette Matching Test).
Dai risultati ottenuti è emerso che il punteggio complessivo DEPS-R è stato più alto per le femmine rispetto ai maschi e che i punteggi delle femmine aumentano con l’età. È stata altresì riscontrata, per entrambi i generi, una moderata associazione tra i punteggi DEPS-R e l’Indice di Massa Corporea (BMI), l’emoglobina glicata (HbA1C), omissione della terapia insulinica, ed episodi di binge eating. Secondo il BMI-SMT l’88% delle ragazze desiderava essere più magra, tra i maschi il 76% ha riportato un’insoddisfazione per il proprio aspetto fisico, in particolare il 43% presentava il desiderio di magrezza mentre tra i restanti vi era un maggiore desiderio di incrementare la propria massa fisica.
«In considerazione dell’alta prevalenza di disturbi del comportamento alimentare tra le giovani con diabete e di insoddisfazione corporea genere-specifica appare necessario», concludono gli Autori dello studio, «intraprendere ricerche che esaminino l’efficacia dello screening di routine per i disturbi del comportamento alimentare e considerare l’implementazione di approcci di terapia graduali».