L’assunzione attraverso l’alimentazione di una giusta dose di vitamina D e omega-3 è in grado di rallentare o arrestare la crescita del diabete Tipo 1.
Una ricerca condotta dall’Università di Udine ha dimostrato che una terapia con dulaglutide può aiutare i soggetti con disturbo da alimentazione incontrollata e diabete Tipo 2 a perdere peso e a ristabilire l’emoglobina glicata spesso molto alta.
Il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder, BED) è caratterizzato da episodi ricorrenti di consumo di grandi quantità di cibo e da una sensazione di perdita di controllo durante i pasti. Questo disturbo è collegato all’obesità e al diabete Tipo 2, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti.
Studio e risultati importanti con dulaglutide
Lo studio randomizzato, prospettico e controllato ha preso come campione 60 soggetti con diabete Tipo 2 i quali seguivano una terapia con metformina, con un’età inferiore a 65 anni e con una diagnosi medica di BED (livello medio di emoglobina glicata HbA1c di 7,9%). Il peso medio dei partecipanti era di 99 kg, circa l’80% era obeso e con un indice di massa corporea di 36 kg/m2. Il punteggio medio sulla binge eating scale era di 23,7, quindi un livello intermedio di gravità.
I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere un trattamento con dulaglutide sottocutaneo o con gliclazide a lento rilascio, oltre a seguire un training standard per quanto riguarda lo stile di vita e la dieta consigliati.
Al termine delle 12 settimane i pazienti sottoposti al trattamento con dulaglutide hanno mostrato una riduzione piuttosto significativa della gravità del BED, una maggiore riduzione dell’indice di massa corporea (-1,65 vs 0,04 kg/m2, p<0,0001) e del peso (-4,77 vs 0,07 kg; p<0,0001). Inoltre, il livello di HbA1c si è ridotto in maniera maggiore nei soggetti sottoposti a dulaglutide rispetto a quelli con gliclazide. È importante aggiungere che nessun partecipante ha interrotto la terapia a causa di effetti collaterali gastrointestinali.
Lo studio presenta qualche limite come il ridotto numero di soggetti e la breve durata del follow-up, di conseguenza è importante evidenziare che sono necessari ulteriori studi per approfondire l’argomento.