Secondo un recente studio condotto dall’University of Chicago Sleep Metabolism and Health Center, se durante un ricovero ospedaliero si dorme poco e male, aumenta il rischio di iperglicemia per le persone con o senza diabete.
Un recente studio statunitense, pubblicato da Diabetes Care, ha evidenziato come una breve durata e una scarsa qualità del sonno, in persone ospedalizzate con o senza diabete, sono fattori associati con l’insorgenza di iperglicemia.
Vineet M. Arora dell’University of Chicago Sleep Metabolism and Health Center e colleghi hanno indagato su questa associazione, utilizzando i dati di uno studio prospettico di coorte sul sonno in 212 persone (73 delle quali con diabete) di età maggiore o uguale a 50 anni, ricoverate in un reparto di Medicina generale. Gli studiosi hanno voluto valutare se la durata e la qualità del sonno, durante il ricovero, fossero associate a una maggiore probabilità proporzionale di iperglicemia tra i degenti con e senza diabete.
Si è così evidenziato che la durata media del sonno era di 318 minuti e che la sua efficacia era inferiore alla soglia di normalità (69,7% vs 80%), con percentuali medie simili indipendentemente dalla presenza o meno di diagnosi di diabete.
In particolare si è visto che ogni ora supplementare di sonno in ospedale era associata a una probabilità inferiore dell’11% di aumento della glicemia o di iperglicemia. Inoltre, ogni aumento del 10% della qualità del sonno è stato associato a un 18% in meno di probabilità proporzionale di raggiungere un livello superiore dei valori glicemici.
I risultati di questo studio potrebbero servire da stimolo per migliorare l’ambiente ospedaliero, con l’obiettivo di garantire il massimo comfort durante il riposo dei degenti.