Negli adolescenti con diabete Tipo 1, la frequente variabilità delle abitudini di sonno tra la settimana “lavorativa” e il weekend influisce sul controllo glicemico. Ne risente la misurazione della glicemia decisamente meno frequente e regolare che rende il controllo più scadente.
Un sonno costante fa bene
Le abitudini di sonno sono importanti per le persone con diabete di Tipo 1 in quanto sono spesso connesse a un più o meno regolare controllo glicemico. L’associazione tra gestione del diabete di Tipo 1 e abitudini di sonno è particolarmente sentita negli adolescenti con diabete di Tipo 1 che mostrano una maggiore variabilità nella durata del sonno tra la settimana “scolastica ” e il weekend. Proprio a causa di questo cambiamento di abitudini, gli adolescenti monitorano la glicemia meno frequentemente e hanno un’emoglobina glicata (HbA1c) più alta. Questi comportamenti andrebbero quindi modificati.
La ricerca con l'actigrafo
Lo confermano i risultati di una ricerca, pubblicata in Pediatric Diabetes: una maggiore variabilità nella durata del sonno, o le differenze tra il sonno notturno durante la settimana scolastica e il weekend, sono correlate a un autocontrollo glicemico più scadente. Lo studio ha analizzato i dati di 65 adolescenti con diabete di Tipo 1, reclutati durante gli appuntamenti clinici programmati. Adolescenti e operatori sanitari hanno ricevuto una formazione sull’uso di un actigrafo, un sensore di movimento che viene posizionato sul polso, come un orologio, che registra i movimenti del corpo e consente di effettuare una valutazione indiretta del sonno degli adolescenti che dovevano indossare l’orologio per 7 giorni. Dopo una settimana veniva loro chiesto di compilare un questionario sulla qualità del sonno (PSQI) e gli operatori sanitari provvedevano allo scarico dei glucometri. I dati sull’actigrafia hanno rivelato che i partecipanti dormivano di più nelle notti del fine settimana che nelle notti di scuola. Inoltre pochi adolescenti soddisfacevano le raccomandazioni per la durata del sonno e molti riferivano scarsa qualità del riposo notturno.
Controllo glicemico influenzato dal sonno
I risultati dello studio hanno dimostrato che benché la qualità e la quantità del sonno totale riportate non fossero significativamente associate all’aderenza all’autocontrollo o al controllo glicemico, la variabilità della durata del sonno influenza negativamente il controllo glicemico e la frequenza del monitoraggio della glicemia. Per questo gli Autori sostengono la necessità di considerare i modelli di sonno come un fattore modificabile che può influire sull’aderenza e sul controllo glicemico.