Quando i dispositivi ad alta tecnologia si mettono al servizio della medicina e della persona. L’incontro perfetto tra il tipo di tecnologia e il bisogno specifico di ognuno, può davvero migliorare la qualità della vita delle persone.

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Ogni persona affetta da diabete sa che conoscere i propri livelli di glucosio è fondamentale, perché gran parte della sua vita è incentrata sulla conoscenza del dato glicemico per organizzare le proprie attività e gestire la terapia. Non solo, intorno a questi dati gravitano anche una serie di aspettative psicologiche: la paura dell’ipoglicemia e dell’iperglicemia, la volontà di gestire la malattia in maniera corretta, la possibilità di interagire con il team diabetologico in base all’andamento del proprio profilo glicemico. È possibile identificare un intervallo di glicemia diverso per ogni paziente, detto range glicemico, che è considerato ottimale: se la glicemia si mantiene all’interno di questo intervallo, non si verificano conseguenze negative sul paziente.

Nuovi importanti strumenti…

In diabetologia, negli ultimi anni, abbiamo visto incredibili innovazioni tecnologiche che hanno reso più semplice la gestione di questa malattia. La tecnologia ci aiuta fornendo strumenti, chiamati glucometri, che misurano il glucosio capillare nel sangue. L’accuratezza e la precisione di questi glucometri è essenziale per avere a disposizione dati affidabili sui quali modulare la terapia, regolandola sulla base delle mutevoli condizioni di vita di ognuno. La gestione ottimale del paziente con diabete prevede l’ottenimento di valori di glicemia che siano il più vicino possibile a quelli del paziente non diabetico.

…per una vita migliore!

Oggi esistono strumenti che misurano la concentrazione di glucosio interstiziale “in continuo”. Questi sistemi hanno aperto uno scenario assolutamente nuovo: essi, infatti, danno informazioni sull’andamento reale dei valori della glicemia nell’arco delle ventiquattro ore, rendendo possibile calcolare esattamente la percentuale di tempo, nell’arco della giornata, che il paziente ha trascorso all’interno del range glicemico. Questi nuovi strumenti, chiamati sensori, offrono delle informazioni aggiuntive rispetto a quelle che si possono ottenere con l’automonitoraggio tradizionale. Forniscono un quadro più completo dell’intera esposizione del paziente ai livelli di glucosio e, di conseguenza, consentono verosimilmente di definire meglio la terapia, che si traduce nel miglioramento del compenso metabolico e in una migliore qualità di vita.

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