Una corretta autogestione del diabete è fondamentale per la salute del paziente. I processi tecnologici emergenti hanno il potenziale di migliorare la qualità delle cure ai soggetti con diabete Tipo 2
l concetto di prediabete è emerso negli anni ’90, affiancandosi a concetti simili come l’alterata glicemia o l’alterata tolleranza al glucosio, è servito per caratterizzare la fisiopatologia che porta all’eventuale sviluppo del diabete. Il prediabete viene definito da intervalli di glicemia compresi tra valori normale e valori diabetici (livelli di emoglobina glicata HbA1c tra 5,7% e 6,4%). Questa particolare condizione è da trattare come un fattore di rischio per il diabete poiché i soggetti di mezza età che presentano livelli di emoglobina glicata compresi tra 6% e 6,5% hanno 20 volte il rischio di sviluppare il diabete rispetto a soggetti con un livello di emoglobina normale (≤5%).
L’obiettivo dello screening per il prediabete è quello di identificare queste condizioni in modo da prevenire la progressione del diabete e dei suoi esiti avversi come malattie renali, malattie cardiovascolari, disturbi della vista. Diversi studi hanno dimostrato che il controllo glicemico rallenta la progressione di complicanze microvascolari quali retinopatia, nefropatia e neuropatia. Il follow-up a lungo termine ha dimostrato che il controllo glicemico riduce anche il rischio di malattie macrovascolari.
Lo screening per il prediabete e per il diabete Tipo 2 avviene attraverso la misurazione della glicemia a digiuno o con la misurazione dell’emoglobina glicata (HbA1c) oppure con un test di tolleranza al glucosio. La diagnosi va confermata con ripetuti test prima di studiare un piano d’intervento. Inoltre, lo screening andrebbe ripetuto ogni 3 anni per i soggetti adulti con glicemia normale in modo tale da avere sempre sotto controllo la situazione.
Infine, possiamo affermare che lo screening per il prediabete e il diabete Tipo 2 ha dei grandi vantaggi per la prevenzione e la riduzione della progressione. Questo tipo di intervento conferisce un beneficio nella riduzione di complicanze legate al diabete Tipo 2 quali infarti.