La conta dei carboidrati nel diabete è un grande strumento alla portata di tutti, per mangiare senza troppi pensieri e sentirsi più liberi.
Dieta, per una persona con diabete, non significa mangiare sempre le stesse cose, né rinunciare al gusto, e tanto meno saltare i pasti. Significa seguire un’alimentazione sana ed equilibrata.
Conoscere la composizione degli alimenti e fare propri alcuni piccoli accorgimenti utili a soddisfare i bisogni dell’organismo e permettere il mantenimento del peso forma. La conta dei carboidrati è uno strumento che supporta, in particolar modo le persone con diabete insulino-trattato, l'adeguamento, con maggior precisione, la terapia insulinica in base alla quantità di carboidrati assunti durante il pasto. Una tecnica che apparentemente può sembrare complessa, ma che si apprende facilmente attraverso l’educazione e il supporto del team diabetologico.
Quali alimenti contengono i carboidrati
La prima cosa da fare è imparare quali alimenti contengono carboidrati: per esempio proteine e grassi, pur contenendo calorie, non contribuiscono a innalzare la glicemia in modo significativo, almeno nell’immediato, mentre i derivati delle farine e dei cereali sono ricchi di carboidrati; ma lo sono anche i legumi, il latte e lo yogurt alla frutta.
Fondamentale è imparare a leggere le etichette alimentari e a usare le tabelle nutrizionali che riportano le percentuali di carboidrati. In certi casi, la valutazione può essere molto complicata, poiché non sempre conosciamo esattamente né gli ingredienti presenti nel piatto che abbiamo davanti, né la loro proporzione, specialmente se siamo al ristorante.
Valutare le porzioni degli alimenti che contengono carboidrati
Il secondo passo consiste nel valutare il peso delle porzioni degli alimenti che contengono carboidrati. È utile, soprattutto inizialmente, usare la bilancia per pesare a crudo gli alimenti. Può essere efficace utilizzare unità di misura di volume, come una tazza o un cucchiaio, e unità improprie come la mano, che serve per valutare il volume ma anche, con un poco di pratica, per esempio, il peso di un frutto.
Con un po' di esercizio si possono valutare, con una certa precisione buona, parte degli alimenti. Le etichette nutrizionali, sono uno strumento di grande aiuto perché mostrano gli ingredienti e indicano la percentuale di carboidrati presenti nell’alimento.
Calcolare la quantità di carboidrati
Conoscendo questi due elementi, calcolare la quantità di carboidrati in un piatto risulta piuttosto facile; per fare un esempio: 80 grammi di pasta, se la pasta contiene all’80% carboidrati, fanno 64 grammi di carboidrati (80:100 = 0,8 x 80 = 64).
Bisogna fare più attenzione quando non si è cucinato un piatto in prima persona, o quando si mangiano cibi che solitamente non si consumano, come per esempio quelli etnici, perché bisogna stimare in maniera approssimativa ingredienti e quantità. Una buona strategia è quella di tenere un “diario alimentare” in cui si annotano le quantità giuste di insulina per ogni piatto.
A supporto di questa attività, sono oggi disponibili, sia in formato cartaceo sia digitale, i dietometri (manuali con tabelle alimentari per ogni piatto che aiutano molto nella “conta dei carboidrati”).
Scarica il dietometro, un manuale con tabelle alimentari
Infine, è necessario valutare la giusta dose di insulina necessaria a “coprire” l’alimento che si sta per assumere. Per farlo bisogna tenere in considerazione il rapporto insulina-carboidrati che esprime quanti carboidrati sono “bruciati” da una unità di insulina.
Questo rapporto viene calcolato dal diabetologo usando delle formule empiriche congiuntamente alla valutazione del diario alimentare e delle glicemie del paziente.
La conta dei carboidrati è un grande strumento poiché, se imparata ed applicata in modo adeguato, dà autonomia alla persona e le permette di essere più libera, tenendo però le glicemie postprandiali sotto controllo.
Anche in questo caso la tecnologia può venirci in aiuto: esistono oggi in commercio degli strumenti chiamati “calcolatori di bolo” che aiutano la persona con diabete a definire l’adeguato quantitativo insulinico utile a fronteggiare un pasto, così come a considerare l’eventuale insulina residua derivante da boli insulinici precedenti.
Gli studi scientifici lo dimostrano: la salute si costruisce a tavola, sulla base del cibo che mangiamo. È dunque importante dare la giusta importanza a una dieta varia ed equilibrata, caratterizzata dall’assunzione bilanciata dei vari nutrienti. Un corretto stile alimentare, infatti, contribuisce a costruire, rafforzare, mantenere il corpo e a fornire l’energia quotidiana indispensabile al buon funzionamento dell’organismo.
Alimentarsi in modo corretto è fondamentale in particolare modo in caso di diabete ma, al contrario di quanto si possa pensare, non esiste una “dieta per diabetici”, che preveda rinunce continue, drastiche restrizioni, oppure una lista di alimenti “vietati”; i consigli da seguire a tavola sono quelli di un’alimentazione sana (ai quali tutti dovrebbero attenersi) con qualche piccolo accorgimento. Un’alimentazione equilibrata e varia – che includa un po’ di tutto, ma nella giusta quantità – che preveda un apporto energetico adeguato e una distribuzione bilanciata dei nutrienti, consente di raggiungere o mantenere il giusto peso corporeo, migliorare i livelli glicemici, correggere o equilibrare il profilo lipidico e contribuendo a prevenire le possibili complicanze. Per questi motivi è fondamentale che la persona con diabete sappia gestire la propria malattia, anche dal punto di vista dell’alimentazione.
L’aspetto importante è la qualità dell’alimentazione, i cui ingredienti principali sono: la consapevolezza nelle scelte alimentari, la moderazione nelle porzioni e l’equilibrio, senza rinunciare al gusto e al piacere del cibo.