È fra le condizioni che possono insorgere più frequentemente in gravidanza, ma anche meno drammatica. Solitamente il diabete gestazionale si risolve poche ore dopo il parto, ma le donne colpite hanno un aumentato rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. È possibile rimandarne od evitarne l’esordio adottando stabilmente le sane abitudini sperimentate durante l’attesa e controllando la glicemia negli anni successivi
Il diabete gestazionale non va ignorato ma non bisogna farne un dramma. Occorre aiutare il proprio organismo a superare l’impegnativo periodo della gravidanza. Come? Acquisendo stili di vita più salutari, non solo durante l’‘attesa’.
PERCHÉ VIENE IL DIABETE GESTAZIONALE
QUALI DONNE HANNO MAGGIORI POSSIBILITÀ DI SVILUPPARLO
COSA BISOGNA FARE
QUALCHE CONSIGLIO PRATICO
UN'ALIMENTAZIONE SANA
Per prima cosa occorre un’alimentazione sana e variegata, adeguata alle esigenze nutrizionali della madre e del bambino. Non è affatto vero che durante l’attesa bisogna ‘mangiare per due’. L’apporto calorico giornaliero (la quantità totale di cibo che noi introduciamo) varia in relazione al peso registrato prima della gravidanza. Le donne sottopeso possono mangiare di più (30-35 Kcal al giorno per Kg di peso corporeo) ed il loro incremento di peso al termine della gravidanza può raggiungere i 15-16 Kg. Differentemente, per le donne normopeso il contenuto della dieta è di 25-30 Kcal al giorno per Kg di peso corporeo (incremento di peso fino a 12 Kg), mentre quelle decisamente obese non dovrebbero aumentare più di 5-7 Kg.
L’aumento di peso è graduale: nel primo trimestre è minimo (circa un chilo), mentre nei mesi successivi il peso corporeo aumenta di 300-500 grammi a settimana. È importante che l’alimentazione sia bilanciata. Carboidrati, proteine, grassi e fibre devono essere tutti presenti.
IL PIACERE DI ESSERE IN FORMA: L’ESERCIZIO FISICO
L’attività fisica in gravidanza è importante perché permette di controllare la glicemia e di limitare l’aumento di peso
Inoltre, una costante attività fisica, migliora il tono muscolare e può facilitare il parto. Il tipo e la durata degli esercizi andranno concordati insieme al medico e adattati alla condizione della donna.
Affinché l’attività fisica in gravidanza risulti efficace sul metabolismo deve rispettare le seguenti indicazioni di:
1. Frequenza: deve essere praticata 3-4 giorni alla settimana, con massimo 2 giorni di riposo tra una seduta e l’altra.
2. Intensità: leggera o moderata; la frequenza cardiaca deve essere 110-131 bpm (nelle donne tra i 20 e i 29 anni) e 108-127 bpm (nelle donne tra i 30 e i 39 anni). Deve essere ancora possibile parlare durante l’attività e la respirazione può essere leggermente più pesante del normale.
3. Tempo: deve durare 30-60 minuti, in relazione all’attività fisica che veniva svolta prima della gravidanza. Le donne che prima della gravidanza conducevano una vita sedentaria devono iniziare con brevi sessioni intervallate da pause.
4. Tipo: possono essere svolte attività nel corso delle quali il corpo è trasportato come il nuoto, la bicicletta, la camminata, lo yoga per donne in gravidanza, l’acquagym, la ginnastica, il ballo.
IL PARTO
Il diabete gestazionale, se non adeguatamente trattato, comporta spesso una crescita eccessiva del bambino (macrosomia fetale) specie a livello dell’addome. Questa condizione rappresenta un’indicazione al parto cesareo. Il diabete gestazionale ben controllato, invece, consente una normale crescita fetale e non rappresenta un’indicazione per il taglio cesareo. L’epoca e la modalità del parto sono comunque decise in base a molti fattori.
Se la madre non ha controllato in modo adeguato il diabete gestazionale, il neonato potrebbe avere, pochi minuti dopo il parto, una piccola crisi ipoglicemica, ma una équipe neonatologica a conoscenza di questo rischio può risolvere immediatamente il problema.
La donna con diabete gestazionale quindi deve partorire in un ambiente qualificato: non in casa né in un ospedale sprovvisto di un reparto di Neonatologia o di Pediatria.
DOPO IL PARTO
Il diabete gestazionale rientra, quasi sempre, poche ore dopo il parto. Ma è necessario qualche accorgimento.
Le donne che hanno avuto il diabete gestazionale devono, due o tre mesi dopo il parto, ripetere la curva da carico di glucosio che aveva permesso di diagnosticare il diabete gestazionale. Se il test non rileva alterazioni andrà comunque rifatto entro tre anni.
Ogni volta che è possibile (per esempio in coincidenza con altri esami del sangue, o quando si capita in farmacia, o a casa propria utilizzando il glucometro) la donna dovrebbe fare una glicemia a digiuno e avvertire il medico se il valore è superiore a 100 mg/dl.
Almeno ogni due anni la donna dovrebbe misurare la pressione e controllare i livelli nel sangue di colesterolo totale, colesterolo hDL, colesterolo LDL e trigliceridi.
In caso di nuova gravidanza, il test per il diabete gestazionale andrà fatto prima: alla 16ª settimana.
Alimentandosi correttamente e facendo un’adeguata attività fisica, si può prevenire un’eventuale insorgenza del diabete.