Secondo uno studio pubblicato sul “Canadian Journal of Diabetes”, condotto dal William Sansum Diabetes Center di Santa Barbara in California, la paura di incorrere in episodi di ipoglicemia frena l’esercizio fisico nelle persone con diabete di Tipo 1.
Secondo uno studio pubblicato sul Canadian Journal of Diabetes e coordinato da David Kerr, del William Sansum Diabetes Center di Santa Barbara in California, è opportuno mettere a punto strategie di gestione dell’attività fisica nelle persone con diabete, per prevenire la comparsa di gravi ipoglicemie.
«Visti i numerosi vantaggi dell’esercizio fisico regolare nelle persone con diabete di tutte le età, l’American Diabetes Association (ADA) raccomanda l’attività fisica come parte della gestione della malattia», ricordano gli autori. Purtroppo però, nonostante i suggerimenti dell’ADA, la maggior parte degli adulti con diabete di Tipo 1 svolge attività fisica con meno frequenza rispetto alle persone senza diabete. «L’ostacolo maggiore sembra essere la paura di incorrere in ipoglicemie gravi, oltre alla scarsa conoscenza di efficaci metodi per prevenirle», osserva Kerr che, con i colleghi ha verificato quali fossero le migliori strategie adottate dalle persone con diabete di Tipo 1 durante e dopo attività fisica, in relazione al monitoraggio del glucosio e alla somministrazione di insulina.
Lo studio ha coinvolto 502 adulti con diabete di Tipo 1 che hanno risposto a un sondaggio online focalizzato sull’autogestione del diabete durante l’esercizio fisico. Il modo più frequente in cui gli intervistati evitano l’ipoglicemia è aumentare l’assunzione di carboidrati prima e dopo l’esercizio. Inoltre, chi era in possesso di microinfusore, riduceva la velocità di infusione di insulina basale del 50% circa.
«I nostri risultati indicano che, sebbene la maggior parte degli intervistati cerchi di modulare l’assunzione di carboidrati e l’uso di insulina durante l’attività fisica, molti segnalano ancora ipoglicemie potenzialmente pericolose al termine dell’esercizio», conclude Kerr. Da qui emerge, sottolineano gli autori, la necessità di migliorare le strategie educative e la gestione della persona con diabete durante l’attività fisica.