Svolgere un’attività fisica, anche moderata, riduce l’incidenza di malattie cardiovascolari e di diabete di Tipo 2. Lo dimostra una revisione della letteratura scientifica sul tema, pubblicata sul “Journal of the American Heart Association”.
Se si confronta l’effetto dell’attività fisica sul diabete di Tipo 2 e sulle malattie cardiovascolari, emerge che il beneficio dell’esercizio è in linea di massima simile per malattie cardiovascolari e diabete di Tipo 2. L’analisi dei dati suggerisce che la maggiore efficacia si riscontra quando si passa da uno stato di sedentarietà completa allo svolgimento di un’attività fisica aerobica moderatamente intensa. Lo studio è stato condotto dal British Heart Foundation del Center on Population Health di Oxford (Regno Unito) e pubblicato sul Journal of the American Heart Association. «La correlazione tra attività fisica, malattie cardiovascolari e diabete di Tipo 2 è stata finora stimata senza valorizzarne l’effetto dose-risposta», precisa Peter Scarborough, che ha coordinato lo studio e ha svolto una revisione sistematica con metanalisi grazie alla quale è stato possibile confrontare l’associazione tra attività fisica, malattie cardiovascolari e diabete di Tipo 2 sia prima sia dopo aggiustamento per il peso corporeo. I ricercatori hanno analizzato la letteratura scientifica pubblicata sull’argomento da gennaio 1981 a marzo 2014, selezionando 36 studi, per un totale di 3.439.874 partecipanti e 179.393 eventi acuti nel corso di un follow-up medio di 12,3 anni. Gli autori hanno scoperto che il passaggio da una completa sedentarietà a livelli di attività fisica raccomandati dalle attuali linee guida, cioè 150 minuti settimanali di attività aerobica moderatamente intensa, si associa a un rischio di mortalità cardiovascolare ridotto del 23% e a un calo dell’incidenza di malattie cardiovascolari e di diabete di Tipo 2 rispettivamente del 17% e del 26%.