Un’attività fisica da moderata a vigorosa (MVPA) svolta nel pomeriggio o di sera può migliorare il controllo glicemico in misura maggiore rispetto all’esercizio uniforme durante il giorno, questo quanto emerge da una ricerca pubblicata su Diabetologia.
I dati provengono dallo studio osservazionale Netherlands Epidemiology of Obesity (NEO) e in particolare da 775 partecipanti con un indice di massa corporea medio (BMI) di 26,2 kg/m2, in cui il monitoraggio dell'attività fisica per quattro giorni consecutivi ha mostrato che l'esecuzione di un’attività fisica da moderata a vigorosa (MVPA) nel pomeriggio o alla sera era associata a una riduzione dell'insulino-resistenza fino al 25% rispetto allo svolgimento dell’attività distribuita nelle ore diurne. Inoltre, questo studio ha osservato una maggiore riduzione della glicemia con esercizi ad alta intensità eseguiti al pomeriggio rispetto alla mattina nella popolazione generale e non solo nelle persone con alterato metabolismo del glucosio o diabete Tipo 2.
La popolazione dello studio comprendeva uomini e donne che vivevano nei Paesi Bassi, che avevano un'età compresa tra 45 e 65 anni e che avevano un BMI di almeno 26 kg/m2. Una seconda coorte comprendeva soggetti che sono stati invitati a partecipare indipendentemente dal loro BMI. Tutti hanno indossato sistemi di monitoraggio dell’attività per 4 giorni e notti consecutivi.
I prelievi ematici hanno permesso di rilevare che né il tempo trascorso in sedentarietà né le interruzioni (definite come un periodo di attività con un'accelerazione >0,75 m/s2 dopo un periodo sedentario) sono stati associati a una minore insulino-resistenza.
Al contrario i risultati diventano interessanti quanto l'orario scelto per fare attività fisica è il pomeriggio (63% della popolazione studiata) o la sera (8% della popolazione studiata), in quanto sembra correlare con un miglior controllo metabolico rispetto a quanto accade se l’esercizio viene svolto al mattino (16% della popolazione).
Anche dopo adeguati aggiustamenti, l'insulino-resistenza si è ridotta significativamente nei partecipanti che erano più attivi al pomeriggio (18%) o alla sera (25%), mentre non è stata influenzata dalla maggiore attività al mattino (–3%).
Questo può essere spiegato dal fatto che l'attività fisica può attivare i geni dell'orologio interno: infatti ricerche precedentemente pubblicate hanno suggerito che anche il sistema muscolare e il sistema ossidativo del nostro corpo sono influenzati dal ritmo circadiano, con un picco massimo nel tardo pomeriggio.