Secondo uno studio condotto negli Stati Uniti su un campione di 150 persone, tutte con livelli di glucosio nel sangue elevati, pubblicato di recente su “Diabetologia”, l’attività fisica ad intensità moderata, purché regolare, previene il diabete.
Un gruppo di ricercatori della Duke Health (Durham, Carolina del Nord), ha esaminato un campione di 150 persone, tutte con livelli di glucosio nel sangue elevati e le hanno divise in 4 gruppi.
Ciascun gruppo è stato trattato in maniera diversa e i risultati sono stati osservati per 6 mesi.
Il primo gruppo ha seguito il modello Diabetes Prevention Program (DPP) che prevede anche una riduzione del peso pari al 7%, nel giro di 6 mesi.
Il raggiungimento di questo obiettivo implica un taglio delle calorie ingerite, all’interno di una dieta a basso contenuto di grassi, ma comprende anche una parte dedicata all’attività fisica di moderata intensità, cioè camminate di buon passo per 12 km a settimana.
Gli altri gruppi hanno svolto, per tutti i 6 mesi, solo attività fisica: il secondo si è impegnato in passeggiate per 12 km a settimana; il terzo, con attività moderata, ma maggiore frequenza, per 18,5 km a settimana; il quarto, ha seguito un regime ad alta frequenza ed elevata intensità, facendo jogging anziché camminare, per 18,5 km a settimana.
Trascorsi 6 mesi si sono valutati i benefici ricevuti da ciascun gruppo. Il primo gruppo è quello che ha ottenuto più risultati, arrivando ad un +9% per quanto riguarda la tolleranza al glucosio; il secondo gruppo è arrivato comunque molto vicino a questi risultati, con la sola attività fisica moderata ha raggiunto un +7%.
Il terzo gruppo ha raggiunto un +5% mentre il quarto, che prevedeva attività fisica intensa, è quello che ha visto minori benefici fermandosi ad un +2%.
Secondo Cris Slentz, coautore dello studio: «Una quantità elevata di esercizio fisico di moderata intensità fornisce da sola quasi lo stesso beneficio, in termini di tolleranza al glucosio, del metodo che prevede una restrizione di grassi e calorie insieme con l’esercizio fisico».
Gli scienziati spiegano che serviranno altri studi per approfondire la questione ma già questi risultati potrebbero stimolare le persone e incoraggiare una maggiore attenzione alla propria salute, anche quando non si riesce ad affrontare un radicale cambio di dieta.