Uno studio condotto in Sudafrica e pubblicato su “African Journal of Primary Health Care & Family Medicine” vuole esplorare come gli adolescenti che utilizzano un sistema CGM percepiscano la propria patologia.
La gestione del diabete sembra essere particolarmente impegnativa per gli adolescenti, che spesso faticano ad accettare e a gestire questa condizione. Questo studio vuole valutare la percezione del diabete Tipo 1 negli adolescenti che utilizzano un sensore di monitoraggio in continuo del glucosio (CGM).
I dati sono stati raccolti analizzando in maniera tematica delle interviste semi-strutturate, somministrate online, ad un gruppo di adolescenti con diabete Tipo 1 ed utilizzatori di sistema CGM: tutti i pazienti erano in cura presso un centro medico di Parktown in Sudafrica.
I temi emersi dalle interviste confermano che il sensore crea negli adolescenti un senso di controllo sull’autogestione del diabete, grazie, in particolare, al monitoraggio continuo del glucosio (CGM). L’utilizzo del sensore dà la possibilità alle persone con diabete di creare routine ad hoc e di modificare il proprio stile di vita in base a quanto rilevato dal CGM. Inoltre, molti adolescenti hanno affermato che l’utilizzo del sensore per il monitoraggio in continuo del glucosio ha contribuito a creare un senso di appartenenza integrando il diabete nell’identità dei giovani e, grazie alla sua facilità d’uso, a migliorare la loro routine quotidiana, facilitando lo svolgimento delle normali attività di un adoloscente con diabete. Con il sensore l’essere diabetici si sposta verso una condizione di normalità; verificare l’andamento della glicemia rientra nella routine quotidiana come lavarsi i denti, questo ha contribuito a far sì che accettassero molto meglio la diagnosi e la gestione del diabete.
Dai risultati dei questionari analizzati gli autori deducono che l’utilizzo del sistema CGM può essere un buon mezzo per consentire agli adolescenti con diabete Tipo 1 di ottenere migliori risultati terapeutici e di cambiare in positivo la propria percezione della patologia grazie all’autogestione facilitata dall’utilizzo del sensore.