Uno recente studio pubblicato su The Lancet rivela che l’esposizione alla luce durante le ore notturne può incrementare significativamente il rischio di diabete di Tipo 2.
L'esposizione alla luce durante le ore notturne, in particolare tra le 00:30 e le 6:00, può incrementare significativamente il rischio di sviluppare il diabete di Tipo 2. Secondo questo studio le persone esposte alla luce in questo intervallo temporale hanno una probabilità circa 1,5 volte superiore di sviluppare il diabete rispetto a coloro che rimangono al buio.
L'interruzione del ritmo circadiano e il suo ruolo nel diabete
Il ritmo circadiano, il ciclo di circa 24 ore che regola i processi biologici del nostro corpo, gioca un ruolo cruciale nella gestione dei livelli di zucchero nel sangue e nella secrezione di insulina. L'esposizione notturna alla luce può perturbare questo ritmo, spostando i tempi e indebolendo il segnale nell’ipotalamo. Infatti, la deregulation del ritmo circadiano è associata alla resistenza all’insulina, un fattore che fa da precursore al diabete di Tipo 2.
Quando i ritmi circadiani interni non sono allineati con quelli ambientali e comportamentali, può verificarsi uno stato prediabetico. L'esposizione prolungata a questa discrepanza, tipica dei lavoratori a turni o delle persone affette da jet lag sociale, è associata a un rischio aumentato di diabete di Tipo 2.
Un nuovo approccio per misurare l'esposizione alla luce
Lo studio in questione si distingue per aver utilizzato misurazioni dirette dell'esposizione personale alla luce tramite sensori indossati al polso, in contrasto con ricerche precedenti che si basavano su dati satellitari dei livelli di luce esterna. Questo approccio ha permesso di catturare la luce degli ambienti interni, fornendo una stima più accurata dell'esposizione reale alla luce notturna. Infatti, gli autori dello studio sottolineano che i precedenti studi probabilmente sottostimavano l'effetto della luce notturna proprio perché non includevano l'illuminazione interna.
La ricerca ha coinvolto quasi 85.000 partecipanti del database U.K. Biobank, rendendolo lo studio più ampio mai condotto su questo tema. I partecipanti, con un'età media di 62,3 anni e una prevalenza femminile del 58%, hanno indossato i sensori di luce per una settimana, registrando l'esposizione sia diurna che notturna proveniente da tutte le fonti di luce.
Luce notturna e rischio di diabete: i risultati
I risultati dello studio sono stati eloquenti: circa la metà dei partecipanti erano esposti a livelli di luce molto fiochi durante la notte, risultando quindi maggiormente protetti dal rischio di diabete di Tipo 2. Al contrario, i partecipanti esposti a livelli più alti di luce notturna mostravano un aumento del rischio di diabete, con una relazione dose-risposta evidente: maggiore era l'esposizione alla luce, maggiore era il rischio di sviluppare il diabete.
Il 10% dei soggetti con la più alta esposizione alla luce notturna avevano una probabilità circa 1,5 volte maggiore di sviluppare il diabete rispetto a coloro che trascorrevano le stesse ore al buio.
Prospettive future e consigli pratici
Sebbene siano necessari ulteriori studi interventistici per confermare se strategie come spegnere gli schermi, le luci o utilizzare tende oscuranti possano ridurre il rischio di diabete, i ricercatori consigliano di adottare già da ora schemi salutari di esposizione alla luce e di sonno.
In conclusione, secondo gli autori dello studio, la gestione della luce notturna potrebbe rappresentare una strategia efficace nella prevenzione del diabete di Tipo 2, soprattutto in un'epoca in cui l'esposizione alla luce artificiale è in costante aumento.