Anche le persone con diabete possono, per ora solo in alcuni Paesi, conseguire la licenza di volo. Un nuovo studio, presentato al 52esimo congresso della European Association for the Study of Diabetes (EASD), apre nuove prospettive.
Uno studio britannico, presentato al 52esimo congresso dell’EASD, dimostra che i diabetici ben compensati possono guidare un aereo anche di linea.
Attualmente il volo privato è consentito in sei paesi al mondo (Stati Uniti, Canada, Australia, Israele, Gran Bretagna e Filippine) mentre quello commerciale, che abilita a volare su aerei civili che trasportano merci e passeggeri, è permesso dal 2002 in Canada, dal 2012 in Gran Bretagna e dal 2015 anche in Irlanda.
Lo studio britannico è stato effettuato dallo staff medico del Royal Surrey County Hospital di Guildford, coordinato da Julia Hinedel, insieme con la Civil Aviation Authority (CAA) dell’aeroporto di Gatwick.
Per definire le regole per rilasciare la certificazione medica, necessaria agli aspiranti piloti in terapia con insulina, Gran Bretagna e Irlanda hanno adottato il Protocollo di Valutazione Medica, nell’ambito del regolamento della European Aviation Safety Agency (EASA), un protocollo messo a punto da un team composto da medici e da rappresentanti dell’aviazione britannica.
Chi ottiene questa certificazione deve adottare comportamenti molto rigorosi, quali il controllo della glicemia prima e durante il volo, sotto la supervisione diretta dei dipartimenti medici della Civil Aviation Authority britannica e della Irish Aviation Authority.
Nello studio presentato a Monaco di Baviera, Julia Hinedel del Royal del Surrey County Hospital di Guildford, e Stuart Mitchell, della UK Civil Aviation Authority, hanno presentato i primi risultati riguardanti la sicurezza del programma inglese.
L’identikit dei piloti considerati da questo studio era il seguente: maschi, di età media 41 anni, l’85% dei quali affetti da diabete di Tipo 1 insorto in media 8 anni prima, con licenza conseguita in media 19,5 mesi prima.
Al momento, hanno concluso gli autori dello studio, non risultano casi di piloti inabilitati al volo per una glicemia troppo bassa o troppo alta.