Secondo uno studio osservazionale giapponese, che ha esaminato 27mila adulti non diabetici, i primi segnali del diabete di Tipo 2 possono essere identificati più di 20 anni prima della diagnosi. La ricerca è stata presentata all’assemblea annuale dell’Associazione europea sul diabete (EASD).
Il prediabete
Lo studio giapponese ha monitorato oltre 27.000 adulti non diabetici (età media 49 anni) tra il 2005 e il 2016 e ha evidenziato che aumento della glicemia a digiuno, indice di massa corporea più elevato e sensibilità insulinica ridotta erano rilevabili fino a 10 anni prima della diagnosi di prediabete così come di diabete.
Secondo gli Autori, la maggior parte delle persone con diabete di Tipo 2 attraversa lo stadio di prediabete e i risultati dello studio suggeriscono che marcatori metabolici elevati per il diabete sono già rilevabili più di 20 anni prima della sua diagnosi.
Rischio di diabete Tipo 2
Durante il periodo di studio, sono stati identificati 1067 nuovi casi di diabete di Tipo 2. I risultati hanno mostrato che, in media, diversi fattori di rischio erano più comuni tra gli individui che hanno sviluppato il diabete di Tipo 2 rispetto a quelli che non lo hanno fatto. In particolare, l’indice di massa corporea, il glucosio a digiuno e la resistenza all’insulina sono aumentati fino a 10 anni prima della diagnosi e queste differenze si sono ampliate nel tempo.
Di 15.778 persone con glicemia normale all’esame iniziale di salute, 4781 hanno continuato a sviluppare prediabete durante il periodo di studio e le stesse anormalità, anche se in misura più lieve, erano presenti almeno 10 anni prima della diagnosi di prediabete.
Intervenire prima della fase di prediabete
Gli Autori concludono osservando che poiché i trial di prevenzione nelle persone con prediabete sembrano avere meno successo nel follow-up a lungo termine, potrebbe essere necessario intervenire molto prima della fase di prediabete per prevenire la progressione verso il diabete e che un iniziale intervento molto più precoce, con farmaci o stile di vita, è giustificato, anche se si tratta di uno studio osservazionale, quindi non è possibile trarre conclusioni definitive su causa ed effetto.