All’inizio del trattamento con insulina il team diabetologico e il paziente dedicano molta attenzione alle tecniche di somministrazione dell’insulina. Nel corso del tempo diventa un’abitudine, ma la routine comporta anche il rischio di dimenticare alcune nozioni o adottare tecniche errate. A volte la difficoltà che un paziente avverte nel mantenere sotto controllo il suo diabete è dovuta proprio a una tecnica di iniezione sbagliata.
L’insulina salva la vita
Schemi insulinici
Preparare l’iniezione d’insulina con la penna
L’insulina salva la vita
L’insulina permette alle cellule di utilizzare il glucosio presente nel sangue e segnala al fegato quando è il caso di produrre, immagazzinare, consumare o rilasciare nel sangue glucosio. Le persone con diabete di Tipo 1 devono somministrarsi più volte al giorno l’insulina attraverso iniezioni sottocutanee. Lo stesso vale per una parte delle persone con diabete di Tipo 2 che nel tempo arrivano ad avere la necessità di somministrarsi l’insulina. La somministrazione di insulina consente di raggiungere e mantenere una concentrazione ottimale di glucosio nel sangue (glicemia).
Una glicemia troppo bassa (ipoglicemia) è dannosa, soprattutto per il cervello e può manifestarsi con diversi sintomi quali sudorazione, nervosismo e irritazione, difficoltà ad articolare le parole, mancamenti e tremore alle mani. Anche l’eccesso di glucosio nel sangue (iperglicemia grave) può avere conseguenze acute quali la chetoacidosi e portare a stati di disidratazione, sopore e coma.
Il Diabetologo, in stretta collaborazione con il paziente, definisce lo ‘schema insulinico’ giornaliero nel quale inserire gli orari di somministrazione, la quantità e il tipo di insulina (o di insuline) più adatti.
Le insuline sono realizzate attraverso avanzate tecnologie che permettono di riprodurre perfettamente l’insulina umana e di modificarla geneticamente in modo da cambiarne, come è stato fatto per gli ‘analoghi’, i tempi di azione.
Schemi insulinici
Il tipico schema insulinico il cosiddetto schema ‘basal/bolus’ prevede un analogo lento per coprire le 24 ore e tre iniezioni di analogo rapido da somministrarsi poco prima dei pasti. La persona con diabete che segue questo schema deve monitorare più volte al giorno la glicemia e segnalare al medico se lo schema si rivela inadeguato (molte iper o qualche segno di ipoglicemia).
Preparare l’iniezione d’insulina con la penna
La penna si presenta come una comune penna stilografica ed è costituita da un ago monouso, da una cartuccia di insulina sostituibile e da un quadrante su cui selezionare la quantità d’insulina da iniettare (con scelta delle unità o, in alcune versioni, anche delle mezze unità). Esistono inoltre penne usa e getta dove la cartuccia di insulina non è sostituibile.
Come si usano le penne per l’iniezione d’insulina
Se non si tratta di penne usa e getta, per prima cosa va inserita la cartuccia (1) e applicato il nuovo ago L’iniezione vera e propria avviene semplicemente premendo il pulsante (6). A ogni iniezione è necessario servirsi di un nuovo ago sterile.
Dove e come fare l’iniezione d’insulina
Per ottenere gli effetti desiderati, l’insulina deve essere iniettata nello strato di grasso sottocutaneo. Se lo supera e finisce nei muscoli, l’azione dell’insulina non sarà regolare. Lo spessore dello strato sottocutaneo varia da persona a persona e a seconda delle zone del corpo. L’area ideale per iniettare l’insulina è l’addome, dove spesso la puntura viene avvertita in modo minore, con l’accorgimento di evitare la zona ombelicale (2 cm attorno all’ombelico). Il punto di iniezione deve essere pulito. Entrare perpendicolarmente e con tutto l’ago, premere delicatamente e a velocità costante il pistone e aspettare 3-10 secondi prima di ritirare l’ago. Dopo l’iniezione la parte non deve essere strofinata o massaggiata. Per evitare la formazione di lipodistrofie è importante alternare le aree e i siti dove si inietta l’insulina.
evitare la formazione di lipodistrofie è importante alternare le aree e i siti dove si inietta l’insulina.